Il weekend è già iniziato, dopo 2 giorni di riposo, per me ricomincia la settimana lavorativa, ma voglio lasciarvi qualche riga da leggere prima di rivederci la prossima settimana. Qualche giorno fa leggevo il post di Eniko e mi ha deliziato la ricetta dello sciroppo di sambuco. Dato che quello di zenzero, rimasto dopo lo zenzero candito, sta finendo, avevo voglia di prepararne un altro in previsione dei giorni caldi a venire. Lei spiega che nel suo paese di origine è una bevanda molto comune e la semplicità dell'esecuzione mi aveva attirato moltissimo, l'unico ostacolo era reperire la materia prima, cioè i fiori di sambuco. Si certo avrei potuto recarmi tra le colline bolognesi e scovarne qualche pianta lontana da strade trafficate, ma sinceramente non ho il tempo. Poi giovedì pomeriggio, primo giorno di riposo, decido di andare al mercatino biologico per comprare il mio solito latte, intero e squisito, mi avvicino a un banco di frutta e verdura e cosa ti vedo, a solo un euro all'etto, fiori di sambuco, freschi, appena raccolti. Non ci posso credere, veramente la vita risponde quando si è a ritmo con l'universo! Faccio una fila di circa 75 numeri (e non scherzo!) e con 11 euro porto a casa una borsina piena di verdura fresca tra cui mazzetti di rucola, salvia, cetrioli, cesti di insalata, cipollotti, asparagi e il mio amato sambuco.Così inizio con la ricetta. Mi accorgo che non ho abbastanza limoni, ne ho solo uno, l'ultimo rimasto dei 4 veri, buoni, originali limoni importati da Sorrento, da un giardino di amici di mia mamma. Quando me li aveva portati non avevo ancora letto i post di Comida de Mama, in cui propone le ricette di Lamoun Makbouss, cioè limoni sott'olio e di Citrons Confits, cioè limoni sottosale, altrimenti li avrei usati tutti per seguire le sue ricette, invece li ho sparpagliati inconsapevolmente e semplicemente spremendoli qua e là. Alla fine ne era rimasto solo uno e avevo deciso di lasciarlo in frigo per la buona occasione. Per il succo di sambuco è comunque poco e non ho neanche quelli del supermercato, ma poi, illuminazione! Qualche giorno fa avevo comprato dei lime. In estate, o calda primavera che sia, a me piace tenere un brocca d'acqua del rubinetto in frigo, per dare un sapore diverso aggiungo sempre qualche fettina di lime tagliata sottile, che fa come una specie di infusione a freddo e rilascia un saporino delicato delicato, che piace a tutti noi della famiglia. Si lo so, i lime di sicuro non sono con buccia non trattata, ma io faccio così, li lavo e poi li strofino delicatamente con una retina di metallo, di quelle per lavare le pentole, così mi illudo di togliere la parte esterna trattata. Questo è un metodo tutto mio, senza nessuna prova scientifica e matematica che approvi la mia illusione. Tornando allo sciroppo decido di sostituire i limoni mancanti con il lime. E quindi ecco la ricetta.Ingredienti 2 litri d'acqua
1 kg di zucchero
1 bicchiere d'aceto di mele (facoltativo io non l'ho messo)
6-10 fiori di sambuco ben lavati (dipende dalla grandezza e dall'intensità del sapore che volete raggiungere)
3 limoni non trattati tagliati in quarti (oppure come me 1 limone e 3 lime)Secondo me è buonissimo. Aspetto con impazienza i 3 giorni previsti prima di filtrare il tutto e spremere gli ingredienti. Si conserva al fresco, in bottiglie, per essere diluito con acqua al momento di berlo (ricordandosi di tenere poi la bottiglia in frigo). Aggiornamento al 17 maggio: i barattoli non vanno chiusi ma solo coperti con una garza!!!
Un pò di tempo fa mi è stato passato da C'era una volta ma adesso non c'è più un testimone per un'iniziativa speciale, creativa e arricchente.
Tutto è iniziato grazie a Luca e Sabrina. Poi questo testimone, anzi calamaio, è stato passato di mano in mano fino ad arrivare da me. Io ho accettato con gioia, ma devo ammettere che è stato scritto a 4 mani con il mio compagno di vita, meglio dire che il contributo migliore lo ha dato lui, con la sua capacità e dote innata di scrittura creativa.
Questo è l'inizio
Cati pag 2
Germana pag 3
Cookingmama pag 4
Anna The Nice pag 5
Lo di Galline: 2nd life pag 6
La Golosastra pag 7
Astrofiammante pag 8
Fra pag 9
“Rimuovere la cartella Terrore senza tempo e spostare tutto il suo contenuto nel cestino?”
“ SI!” rispose Valentino eseguendo l’operazione battendo sul filo del rasoio un battito di ciglio. Spense il pc con un sottile scatto d’ira. Avrebbe voluto urlare asterischi e bip-bip al mondo. Avrebbe voluto distruggere il portatile in miliardi di fantamilioni di minuscole particelle di atomi di frammenti. Così come avrebbe voluto dare fuoco a Mattia, il suo coinquilino punkabbestia… molto più bestia che punk…. più che punk, residence per pulci ed affini. Avrebbe voluto, ma il manico di scopa della signora Elena era sempre in agguato: festivi e prefestivi inclusi. Si tolse le cuffie digitali, lasciando i Green Day ai loro avvisi di scadenza ed accendendo la luce del terrario illuminando così la giornata di Nathan, la sua iguana di un metro e mezzo. Dopo una veloce spruzzata agli occhi ed una frugale sciacquata di bocca con del dentifricio annacquato, uscì di casa, scese velocemente le scale, rallentando vistosamente alla vista del tappetino di benvenuto ai piedi della porta della signora Elena. Si tolse le scarpe da ginnastica, si piegò quel tanto da riuscire a passare inosservato all’occhiello, trattenne il fiato e, nel superare il cactus (l’ultimo fatidico ostacolo), prese al volo una goccia di sudore che stava per schiantarsi sul lucidissimo pavimento antistante il tappetino. La signora Elena sarebbe stata capace di farne analizzare il DNA pur di scoprire chi era quel maleducato che sporcava dove altri avevano pulito per il bene comune.
Uscito all’aria aperta, si rilassò, rilasciò il fiato e riprese il suo colorito normale. Si accese una sigaretta, aspirò lentamente, tossì bruscamente e si diresse verso il bar all’angolo della strada.
“Buongiorno” lo salutò, con un caloroso sorriso velato di porpora, una barista sulla cinquantina, l’unica persona all’interno del locale.
“ ’giorno” bofonchiò Valentino senza degnarla di uno sguardo e cercando, con poca convinzione, una pasta dolce che fosse in grado di togliergli quell’amaro in bocca dovuto all’ennesima notte in bianco inconcludente. Abbandonò l’idea di mangiare ed iniziò a sfogliare svogliatamente un giornale sportivo.
“Un caffè lungo in tazza grande?” chiese la barista
“Un caffè grande in tazza lunga è possibile averlo? Ed a seguire un Daiquiri” rispose Valentino, richiudendo il giornale ed accennando un sorriso.
“Un’altra notte passata in bianco ad inseguire il Premio Nobel per la Letteratura o , più semplicemente, si prospetta una pessima giornata in facoltà?” domandò la barista, accingendosi a preparare entrambe le sue richieste e continuò “Il daiquiri lo vuoi prima o dopo il caffè?”
“Dopo, grazie” rispose Valentino sbadigliando e stropicciandosi gli occhi. “E per quanto riguarda la tua prima domanda” continuò “La risposta è: entrambe le cose. Notte in bianco sul pc e giorno di esami in facoltà… quindi dire pessima è parecchio riduttivo, visto che mi toccherà esaminare dei punkabbestia figli di papà che si ricordano dell’esistenza del sapone giusto quando devono tornare a casa per spillare dei soldi, mentre l’emerito docente Pietro Tombini, nonché rettore, nonché preside del circolo dei... nonché benemerito blablabla vorrebbe esaminare di persona” - Valentino si atteggiò in buffe pose che fecero ridere la donna di fronte a lui “ la suddetta esaminanda… o esaminando. Chissà perché i suoi profumano sempre di 30 cum lode e Chanel n°5, mentre i miei a malapena riescono a ricordarsi il loro nome e, spesso, lo danno falso, perché credono di essere ancora al raveparty e che io che sia un poliziotto infiltrato” concluse, prendendo una bustina di zucchero grezzo, strappandone un lembo all’angolo e versandolo dentro la tazza.
Prima di bere in un unico sorso il caffè, Valentino attese che si raffreddasse, ingannando l’attesa inebriandosi in quel pacioccoso, solare e dolce volto di fronte a lui. Quante mattine aveva trovato conforto in quel volto del bar all’angolo, in quegli otto anni. Prima da studente universitario dallo stress pre-esame ed il mal di testa da dopo-sbronza, ed ora da assistente con dottorato alla facoltà di lettere e Filosofia.
“Come va il tuo romanzo?” domandò la barista, riportandolo bruscamente alla realtà.
“Cambiamo discorso”
“E’ finito nel cestino?”
“Virtualmente…” disse Valentino con fare amareggiato.
“Cosa c’era che non andava questa volta?” sedendosi al suo fianco ed arruffandogli i capelli, chiese la barista.
“Che è nato sotto il titolo sbagliato” ironizzò Valentino. “Non dovevo chiamarlo Terrore senza Tempo ma Terrore senza senso, dato che Eugenio mette sotto Alice, con la quale ha avuto una storia dieci anni prima e finiscono nel pronto soccorso dove lavora Elena che, sempre dieci anni prima, lo aveva reso padre di Nathan, un bambino prodigio: a nove faceva già il geologo in Perù. Peccato che Elena fosse sposata con Pietro. Ho iniziato ad avere dei dubbi sul possibile sviluppo della storia, quando ho fatto incontrare Elena a Luce, madre del figio di Nathan, nato settimino, e di conseguenza la nuora di cui Elena ignorava completamente l’esistenza. Quando ho pensato di dare la svolta horror-fantascientifica con una spruzzatina di Beautiful qua e là, con tanto di psicopatico assoldato dalla Nasa per trucidare tutte le persone presenti alla festa nella baita dove venne annunciata la lieta notizia della nascita di Nathan, - dato che Eugenio era il risultato dell’accoppiamento tra una Vesuviana Frigida ed una cellula staminale di John Holmes - ho capito che non sarò mai il più giovane premio Nobel della Letteratura, ma il Primo Premio Nobel dei Sogni Infranti!”
“Non abbatterti” lo rincuorò la donna, alzandosi ed indicandogli lo shacker per il daiquiri “Troverai l’idea buona... L’importante è che ti ricordi di mantenere la promessa di dare il mio nome alla protagonista del libro” ed accigliando gli occhi con fare scherzoso concluse “ma lo psicopatico avrebbe trucidato anche me, oltre che tutti i tuoi condomini e dintorni?!?”
“No” la rincuorò Valentino “tu non c’eri alla festa…. Però Mattia è il primo che ho fatto fuori, ancor prima che mi venisse l’idea del killer fuso di testa”. E nel lasciare i soldi sul tavolino si alzo e la salutò “Lascia stare il daiquiri. Vado a docciarmi… e… grazie, Milla”.
Passo con gioia e speranza il calamaio a Rossana di In punta di piedi certa della sua fantasia e della sua delicatezza con le parole.
REGOLE
A chiunque riceva il calamaio è concessa massima libertà d'espressione. Che la sua fantasia possa dare un seguito a questa storia appena abbozzata.
Il testo dovrebbe restare entro le mille parole.
I personaggi non hanno un'età ed una personalità definita, abbiamo lasciato in bianco tutto quanto per non dare limiti alla fantasia. Sarete voi che delineerete i caratteri man mano che il racconto prenderà vita.
Una volta scritta la propria parte, l'autore/autrice dovrà passare il calamaio a sua libera ed esclusiva scelta ad un'altra persona e così via via, lasciando che il racconto prosegua il suo corso.Bisogna esporre il banner e fare il link in modo tale che chi riceve il calamaio possa leggere la storia fin dall'inizio , nonchè il regolamento.Alla fine del gioco , il nostro , il vostro racconto verrà raccolto in un pdf.
Buon weekend miei cari, riposate, giocate, ridete e amate.