E' venerdì e prima di tutto voglio augurarvi buon weekend.
Il rientro, su questo blog, arriva alla fine della settimana, ma era in mente da giorni e torno con una ricetta.
Il fatto è che quando salti un post e poi un altro, e un altro, poi ti concentri più sul vivere quotidiano, i pensieri e le riflessioni si accavallano astratti e impalpabili eppure reali, senza che possano manifestarsi sui tasti e su uno schermo.
A volte le preoccupazioni prevalgono e certi eventi aiutano a fare il punto a cercare una ripartenza.
Nel mio specifico ho necessità di un lavoro che possa fornire uno stipendio adeguato, ma non lo trovo.
Una povera moderna, come tanti, che pur lavorando non arriva a fine mese, per l'essenziale.
Certi momenti sembrano necessari per la svolta (seppur sinceramente mi sia anche un pò rotta i maroni, scusate il francesismo) e adesso è uno di questi.
Sono certa che cercando dentro, trasformando l'invisibile, dentro di noi, si possa trovare simultaneamente l'effetto concreto anche fuori di noi. E' un principio basilare del buddismo, che reputo straordinario e rivoluzionario, ma che costa anche fatica. Io sono in mezzo a questa fatica, in mezzo a questo percorso, che poi so amerò tanto, una volta raggiunta la meta.
Leggo sulla Proposta di Pace 2013 di Daisaku Ikeda: "una minaccia pressante alla dignità di troppe persone oggi nel mondo, che richiede con urgenza una risposta comune da parte della comunità internazionale, è la povertà." e ancora "la deprivazione economica trasforma praticamente tutti gli eventi della vita della vita quotidiana in potenziali fonti di preoccupazione". Quante persone stanno vivendo questo stato di prostrazione, questa crisi generale porta questo sentire, che credo sia l'aspetto più grave.
Ecco perchè.
Ma nel frattempo ho anche vissuto, grazie a tutto ciò che è parte della mia vita e alle splendide persone che incontro, anche grazie a questo blog, a voi che leggete e che tornate qui. L'origine dipendente di cui parla il buddismo, spiega chiaramente che non è possibile che un essere vivente o fenomeno possa esistere di per sé, ma può esistere solo in relazione agli altri esseri viventi e fenomeni.
Questo spiega chiaramente il legame stretto che sento con persone lontane, magari mai conosciute di persona, o che sono approdate nella mia vita velocemente apportando un grande valore. Paradossalmente lo stesso principio vale anche in quei casi in cui il valore possa apparire negativo. La relazione esiste ugualmente e non si può negare. Ecco che allora può essere l'occasione giusta per iniziare il percorso, per capire o più semplicemente per analizzare i fatti, i fenomeni e la vita, e decidere di incamminarsi aprendo una nuova strada.
In questo turbinio di pensieri, in questi giorni di cadute e ripartenze, ho potuto godere di momenti di gioia e felicità, assaporandola forse di più. Ho incontrato di nuovo Deborah Papisca, partecipato all'evento organizzato da Oasi delle Mamme a Pesaro, Mamme al Centro, conosciuto persone e ascoltato donne che parlano di donne, figli, famiglia, con la prospettiva di avere una via di uscita quando arriva la fatica e lo scoraggiamento.
Ho potuto incontrare un ristoratore che evidentemente ama il suo mestiere, perchè oltre che lavorando per offrire un pasto a base di pesce di ottima qualità, sorride, chiacchiera, sceglie di scambiare parole, pensieri, sguardi e regalare i segreti della ricetta della sua Moretta, oltre che una bottiglietta colma da portare a casa.
Come fare a non amare l'essere umano?
E poi quando si pensa che questa origine dipendente sia solo un concetto teorico e astratto possiamo toccarlo con mano, e la vita si para davanti come un affresco chiaro e vivido. Non servono parole perchè sono i fatti a parlare.
Proprio quando dentro il mio cuore ho sentito un click risolutivo, la scintilla della speranza di nuovo accesa e certa che tutto andrà a posto, ecco che compare Sara, di Nuvolosità Variabile che mi regala i biglietti per il concerto di Paolo Nutini, provo tanta di quella gratitudine che mi scoppia il cuore.
Voi non potete capire, o forse si, io questo ragazzo lo seguo da quando è nato musicalmente, trovato per sbaglio di sottofondo mentre mi gustavo un tè bollente in un pomeriggio d'inverno. La sua voce ha catturato il mio orecchio e il mio cuore. L'ho seguito tra le sue note e poi cercato i suoi video (ma avete visto la sua bellezza? Lo so, potrei essere sua madre, ma sapete che la musica è universale no?) fino a che quella sera l'ho potuto ammirare dal vivo, vicina al palco, circondata dalla mia famiglia a saltare con me. E' bravissimo.
Ecco allora che di nuovo posso confermare che proprio in mezzo all'inferno più nero si può trovare la gioia più profonda, la gioia di vivere, nonostante tutto e tutti.
E adesso la ricetta della Moretta.
Ingredienti per il preparato base
1/2 l di sambuca o liquore all'anice
1/2 l di rhum
1/2 l di brandy
1 e 1/2 kg di zucchero
Far scaldare e sciogliere lo zucchero nella soluzione alcolica facendo attenzione a non portare ad ebollizione il preparato.
Questa è la base con cui comporre la Moretta, al momento della degustazione prenderne la giusta quantità, immergervi un pezzo di scorza di limone, solo la parte gialla, far bollire lentamente per mezzo minuto e aggiungere il caffè bollente.
Oppure come facevano i pescatori di una volta, che preparavano il caffè per scaldarsi in modo semplice, con un pò di alcool in corpo, semplicemente mettendo il composto alcolico e la scorzetta nella caffettiera dove usce poi il caffè, fondendosi insieme, seppur separato inizialmente.
Si serve nel bicchierino da ponce per poter controllare gli strati che compongono la Moretta: prima la parte liquorosa e semitrasparente, poi il caffè nero e infine in superficie la schiuma color nocciola.
Potrete gustare la Moretta a fine pasto presso il ristorante Il Commmodoro, nel nostro caso abbiamo optato per un menù fisso a base di pesce a soli 25 euro, ottime pietanze e quantità molto abbondanti.
E voi come state? Siete già in vacanza? State partendo?
Domani saremo tra i monti e finalmente potrò riabbracciare i miei piccoli tutti.
Buon weekend felice.
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