Neve a Bologna

Questa mattina, prestissimo, 2 paia di piedi nudi sono corsi verso la finestra, sul pavimento ghiacciato di notte, ancora al buio, Daphne ed Ethan hanno poggiato le punte del loro naso sul vetro, impavidi dell'alone bianco di brina, e hanno iniziato a emettere urlettini di gioia. Un freddo cane ed un leggero manto bianco posato ovunque fuori. Io stanchissima, reduce da un turno di notte massacrante, gli occhi così pesanti che mi sembra averci sopra poggiato un sacchetto di cemento, mi alzo e cerco di sembrare contenta della neve. Daphne ed Ethan ginguettavano, tra un evviva e un altro, la neve! la neve!. Proprio il giorno prima stavano per piangere chiedendomi la neve, come se io avessi il potere di farla cadere dal cielo. In realtà io adoro la neve, l'atmosfera, il bianco intorno, il freddo ma non troppo, ma oggi avevo, ed ho, tanto di quel sonno!

Comunque la giornata scorre come al solito, oggi il mio turno di riposo, quindi ho lavato i piatti, pulito intorno, sono andata a fare un paio di commissioni, ho cucinato per la sera, ho sistemato un angolo dove avevo ammassati svariate paia di scarpe, insomma di riposo ne ho fatto proprio poco. Il mio unico desiderio era poter infilarmi sotto le coperte e dormire, poi però ho pensato a Daphne ed Ethan che racimolavano quel poco di neve dai cofani delle macchine per farne delle paline scarne e mi son detta, quando escono da scuola facciamo un mini picnic sulla neve, li porto al parco, quello grande, dove si spera ci sia un pò più di neve, perchè oggi a Bologna ne ha solo spruzzata un pò.



All'inizio avevo pensato di portarli appena fuori, magari sui colli, poi ho deciso che sarebbe stato un viaggio troppo arduo vista la mia stanchezza e insofferenza verso il traffico.

Così ho tirato fuori quel poco di vestiario da neve arrangiato che abbiamo, ho preparato una tisana bollente di liquirizia e messa nel termos che di solito uso per preparare lo yogurt, temendo retrogusto di latticini, ho spalmato con crema di nocciole due fette di pane ai semi di papavero fatto da me e siamo andati al parco.



Quello che mi ha commosso è stato prestare a Daphne i miei guanti da neve, quelli che usavo quasi 15 anni fa, le rare volte che andavo a sciare, quando lei e tutto quello che ho e vivo ora non era ancora neanche nei miei pensieri, ma semplicemente giaceva e aspettava in un angolo del mio cuore. Io sono fortunata.