30.5.13

Andando per viali

Argomento scottante, oggi, quello che, specie in molte grandi città, noi genitori ci troviamo a dover affrontare non appena i nostri figli iniziano a guardare fuori dal finestrino della macchina. 

Capita anche a voi di incontrare signorine appena vestite sui cigli delle strade e a qualsiasi orario del giorno? 

Perchè ovviamente di notte il buio aiuta a confondere e soprattutto a quell'ora i miei figli dormono, ma di giorno, no.
La mattina, il pomeriggio, dopo pranzo e prima di cena ci sono luoghi qui a Bologna dove è possibile incontrare tali signorine e i miei figli le riconoscono
Per loro hanno adottato un nome, ovviamente suggerito non so da chi e che sostituisce quello originale, che peraltro non conoscono: le chiamano le P puntini puntini.


Non c'è bisogno di recarsi in zone malfamate, ma nel viale che porta a scuola se ne incontrano varie, come anche vicino casa, su un altro viale trafficatissimo, vicino all'uscita della tangenziale, che facilmente percorriamo. 
E loro lo sanno, i miei figli e gli amichetti, che spesso accompagno a scuola, ingenuamente aspettano di passare da quel luogo per cercarle con lo sguardo e tra sorrisini complici contarne quante ne vedono, per farne una gara. 

Alla mia domanda ma perchè vi interessano tanto? la risposta è stata perchè ci divertono i loro vestiti (ma quali vestiti?) e le loro tette giganti. Alla loro domanda ma cosa fanno sempre li? ho risposto fanno le chiacchiere aspettando l'autobus, cos'altro potevo dire? 


Non posso passare da un'altra strada, se vi stavate chiedendo questo, e inoltre se ne possono incontrare in luoghi di qualsiasi tipo, quindi rifletto su questa sovraesposizione del corpo femminile che troviamo sui giornali, sui cartelloni pubblicitari, in TV, e anche dal vivo per strada, che effetto può avere sui nostri figli?  
Voi come affrontate questo argomento con loro? 



19 commenti:

  1. La mia mamma mi spiegò subito chi erano e cosa facevano, con molto rispetto per le medesime. Avevo 7-8 anni, credo. Ero rimasta colpita perché era notte e loro avevano tutte un bizzaro focherello davanti (poverette, detto da una freddolosa cronica).
    Mi colpì, ma non più di tanto, e mi tolse subito ogni aura mitico-peccaminosa, e ogni sottinteso da ridarella, tra l'altro. Era una parte del mondo reale.

    RispondiElimina
  2. condivido Pellegrina.
    Anch'io ho fatto così con i miei. HO spiegato con parole semplici quello che fanno. Certo ad ogni età corrisponde un certo tipo di parole da scegliere.
    E i bambini sorprendono sempre, perchè capiscono...

    RispondiElimina
  3. oddio, mi fai schiantà, Ester, "che aspettano l'autobus"... mitica! anche nella mia zona ce ne sono tante. credo che anche a me lo abbiano detto presto, chi erano e cosa facevano. sì, forse andavo sempre alla materna e già sapevo che "gli uomini ci andavano a pagamento"... ovvio che di cosa facessero "con gli uomini" non ne avevo idea, però avevo capito che erano un'alternativa alle mogli e che "i babbi" non ci potevano andare da quelle...
    se penso che la mia mamma è un'anziana maestra che nella sua vita non ha mai passato una domenica senza andare alla messa... ammazza quant'era avanti 30 anni fa!!

    RispondiElimina
  4. Concordo con i commenti precedenti Ester. Anch'io ai miei figli ho spiegato in modo adatto all'età cosa facevano e chi erano, credo, come per tutti gli argomenti legati alla sessualità, che sia importante essere sinceri, per evitare che ci costruiscano, da soli o con gli amichetti, impalcature fuorvianti e "mitiche".
    un bacione
    StefaniaB

    RispondiElimina
  5. Mia figlia è ancora molto piccola per questo 2 anni e 7 mesi,
    ma mi chiede cosa fanno lì "ciole" che nella sua lingua vuol dire (sole)
    io rispondo che sì sono sole e per questo hanno bisogno di aiuto
    Ho fatto mille segnalazioni, ma non fanno niente,
    Sto male perchè so che vivono un inferno di abusi.
    Certo mia figlia mi risponde che per aiutarle torneranno "sua mamma e suo papà"
    vorrei crederlo anche io

    RispondiElimina
  6. Ah ah Ester! Quella dell'autobus la usò anche il papà di una mia compagna delle elementari nei lontani anni Ottanta. E si sentì rispondere dalla figlia: "Ma vabbè papà così l'autobus deve continuare a fermarsi, non è giusto! Perché non si mettono tutte vicine e insieme come alla fermata dell'autobus la mattina?"
    Ti è andata bene che non ti hanno risposto con un'altra domanda!

    RispondiElimina
  7. Ciao, è la prima volta che scrivo... Ho lavorato molti anni in un'organizzazione che si occupa di contattare le ragazze di strada. Dietro quell'apparenza di quei corpi esibiti vi assicuro che si nascondono delle donne meravigliose, che vivono situazioni che difinire drammatiche è dire poco.
    Anch'io ho una bimba di quattro anni e con lei il problema ancora non si è posto (ora abitiamo fuori città),ma credo davvero che la via migliore sia quella di trovare parole semplici, soprattutto perchè quelle donne meritano di non essere nè derise, nè guardate con malizia, ma di ricevere rispetto (nei loro racconti quello che ferisce di più sono proprio gli sguardi dei passanti).
    In ogni caso può essere bello anche qualche piccolo gesto; un semplice ciao alla ragazza che vediamo sempre, un invito a prendere un caffè al bar se fa molto freddo...cose così...e anche per i nostri bambini può essere un meraviglioso insegnamento, per diventare adulti capaci di costruire mondi migliori.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. anna, grazie di cuore!!! l'apertura agli altri è sempre molto difficile e soprattutto quando il confine con la legalita/pericolo è sottile si insinua anche la paura e il giudizio!
      ovviamente quello che dici sul loro dolore e sofferenza è chiaro ad un occhio un po più attento, forse appare più difficile aprirsi per un caffè.
      ci mediterò su!!! :)

      Elimina
    2. Grazie a te, perchè è bello trovare spazio nel tuo blog per parlare di tematiche così difficili :)
      So che il caffè può sembrare un traguardo lontano, ma l'aprirsi gli altri spesso ci porta in luoghi inaspettati. Io ho iniziato leggendo un libro sull'argomento per curiosità e poi...

      Elimina
    3. io non capisco come funzioni qui?! (prima ho mandato una risposta e l'ho persa!)
      ...ma anna io credo di conoscerla! anna della papa giovanni???
      io sono alessandro palumberi (anonimo per finta o perché non son capace!-), il marito di margherita! se sei l'anna che dico io ci siamo conosciuti un po' di anni fa. facevo parte del gruppo di s. antonio di savena e facevamo le uscite settimanali per andare a trovare le ragazze e condividere qualche momento in amicizia! poi ne abbiamo accolte un paio a casa nostra e tu ci telefonavi alle due di notte per dirci che ne usciva una dalla strada e che se non l'accoglievamo noi non sapevate dove metterla... sei venuta anche tu a dormire a casa nostra un paio di volte... sei tu?!? se sei tu mi piacerebbe rivederti o almeno ribeccarci su FACEBOOK (alessandro palumberi)...

      Elimina
    4. No non sono io...mi dispiace! Però anch'io sono partita dalla Papa Giovanni :)

      Elimina
    5. bè, non sei l'anna che dico io, ma è stato comunque un piacere!
      ciao, ale.
      p.s.: ma come si fa a firmarsi che non mi piace "anonimo"?!

      Elimina
  8. Ester cara, fortunatamente non mi è capitato di vederne qui per strada, ma mio figlio mi ha chiesto comunque spiegazioni su quel termine e su quell'attività... gli ho parlato molto francamente, perchè so che altrimenti non gli sarebbero bastate spiegazioni sommarie.
    Cercando ovviamente di misurare le parole, ho cercato soprattutto di fargli comprendere la differenza tra il calore di una carezza pretesa e comprata coi soldi e quella cercata e conquistata col cuore.
    Anch'io rimasi sconvolta quando, molto piccolo, mi parlò, incuriosito e scioccato, delle grandi tettone che vedeva all'ora di cena in tv, dalla nonna.
    Un bacione a tutti voi. R.

    RispondiElimina
  9. Anche io mi aspetto, prima o poi, la domanda. La risposta che mi sono preparata è una semi-verità: aspettano un fidanzato. Quando arriverà il momento ti farò sapere...

    RispondiElimina
  10. l'invito a prendere un caffè mi sembra um pò forzato..mentre lavorano poi e sono sempre controllate...non lo vedo come un gesto di apertura ...ma ognuno ha le sue percezioni...mi ti immagino Ester...penso sarà peggio quando passeranno davanti a qualche edicola e vedranno riviste con immagini esplicite e volgari...poichè molte le espongono senza riguardo per chi può passare...io ho anche discusso una volta con un edicolante...quelle si sono immagini violente per chi non ha difese...

    RispondiElimina
  11. I miei figli non le hanno mai viste, finchè erano piccolini. Solo più tardi le hanno notate, ma si sono fatti un po' di risate commentando l'abbigliamento eccentrico anzi che no!
    Non saprei davvero come affrontare l'argomento con bambini più piccoli: per il momento "aspettano l'autobus" può andare.
    P puntini puntini? Ma allora qualcosa sanno!!!
    Io da bambina abitavo in una zona del centro dove c'erano le poche prostitute della città a quell'epoca. Le incontravamo sempre quando andavamo a spasso col cane, la sera. Le chiamavo "Le signorine" o le "Puti Puti", ma non mi ha mai sconvolto l'idea del loro mestiere.
    Solo crescendo mi sono resa conto e ho realizzato!!!
    Un abbraccio
    Francesca

    RispondiElimina
  12. Ciao Ester, finora io con Ale non ho mai avuto questo problema, perchè dove viviamo noi, sia in Africa che in Perù, questo mestiere è esercitato con meno appariscenza. Te ne rendi conto se sei in un hotel, in un ristorante, in un bar di giorno o di sera, ma un bambino non lo "vede". Pure per le strade di Lima quando mi dicono che ci sono prostitute, io non me ne accorgo, ma perchè non sono abituata a vederle vestite in maniera più discreta. In Perù trovi gli annunci dei servizi sui giornali, le trovi nei locali, nei postriboli, è tutto molto più nascosto.

    RispondiElimina
  13. Mia figlia qualche giorno fa, passando in macchina ne ha vista una e mi ha detto "mamma ma quella signorina tutta spogliata va al mare?" e io "si" e lei "ma non le dispiace lasciare i suoi bimbi a casa?" e io "ma forse i bimbi non ce l'ha" e lei "secondo me si mamma...".
    I bambini sono straordinari, ma a 4 anni cosa le vai a spiegare, preferisco la sua versione dell'andare in spiaggia x ora...

    RispondiElimina

Benvenuto e grazie per esserti fermato e commentare!
Solo parole educate e civili...si, parlo proprio con te che vuoi disturbare e di solito non ti firmi.