Con questo titolo incornicio alcuni post che voglio dedicare ai sogni di ognuno di noi, quelli che rimangono nel cassetto, chiusi, al riparo da fallimenti e timidezze, ma che poi con forza vogliono venire allo scoperto.
Intervisterò alcune persone che i loro sogni hanno scelto di farli divenire realtà.
In quale modo? Attraverso quale fatica? Quale atteggiamento è risultato vincente?
E poi i sogni, come gli esami, finiscono mai? Si arriva al traguardo di un sogno?
Dedico questi racconti preziosi ad ognuno di voi, per far si che siano la scintilla che vi possa spingere a fare un tentativo, per non dover mai un giorno dire: avevo un sogno ma non ho mai avuto il coraggio di realizzarlo.
Pagù. Pannolini lavabili.
Sara e Candida.
1. Come è nato questo progetto? Da quale circostanza-idea è scaturito?
Il progetto è nato concretamente nel 2007 ma era nel cuore da molto più tempo.. aspettava solo di essere “svelato” . Non il progetto di produrre pannolini lavabili, forse, ma l’idea di poter creare qualcosa da sole, qualcosa che avesse un valore per l’ambiente e per la nostra vita. Entrambe eravamo occupate nella stessa azienda, ciascuna di noi a suo modo non pienamente felice di quello che stava facendo e vivendo. L’occasione di unire i nostri desideri è nata in prima battuta cercando di cambiare l’ambiente dove stavamo lavorando partecipando alla creazione di una rappresentanza sindacale e poi partecipando insieme ad un corso sull’imprenditoria femminile, un po’per caso, e un po’per vedere se il lavoro che avevamo avrebbe dovuto essere il nostro lavoro per sempre. Avevamo allora due progetti distinti, due idee più che altro, ma abbiamo condiviso i nostri business plan, approdando poi ad un progetto comune… allora però era ancora tutto molto teorico!
2. Quali sono stati i dubbi iniziali, se ci sono stati? Quali pensieri avete scelto fossero i dominanti?
Lasciare il famoso e raro “posto fisso” per lanciarci in un’avventura imprenditoriale fa paura. Le circostanze in qualche modo ci hanno sostenuto. Una volta concluso il business plan abbiamo capito che l’idea era diventata progetto e che poteva stare in piedi e che dovevamo valutare per davvero. Una volta messa da parte la paura di poter immaginare una vita diversa, e mettere da parte la paura non è facile, si sono manifestate molte occasioni, tra cui la possibilità di partecipare con il nostro b-plan ad un bando di concorso del Comune per l’insediamento e lo sviluppo di imprese che potessero riqualificare il territorio urbano. Il titolo in sé conteneva buona parte delle nostre aspirazioni! Quindi CORAGGIO!
3. Che tipo di atteggiamento avete mantenuto davanti alle difficoltà o sconfitte?
Le difficoltà si mettono in conto quando si avvia un’impresa, ma incontrarle per davvero è un’altra cosa! In questi ultimi anni poi ad un’attività in un certo modo “pionieristica” (eravamo le uniche a produrre pannolini lavabili in Italia con un mercato ancora più nicchia di quanto lo sia oggi) si è aggiunto il peso della crisi. In Italia questo si sposa ad un senso di incertezza anche rispetto alle regole da rispettare, regole e tasse che cambiano di continuo e di cui non si capisce bene il senso. Mantenere la rotta è difficile ma crediamo che la nostra forza sia nell’unità. Certo, non sempre siamo d’accordo sulle scelte da compiere e discutiamo… ma ci è molto chiaro che da sole saremmo molto più deboli e che ciascuna di noi ha qualità e competenze che sono fondamentali per far fiorire la nostra impresa!
4. Quale è invece l’atteggiamento da mantenere lontano?
Uff.. uno solo? Penso che il rischio più grande sia quello di non essere in grado di cambiare rotta e lasciare andare quando le cose non vanno, convinti che la strada immaginata sia necessariamente quella giusta. Un’impresa è un organismo vivente, e così come noi cambiamo tutti i giorni, volenti o no, anche lei cambia. Opporsi a questo cambiamento non porta da nessuna parte, così come non guidare questo cambiamento. Bisogna essere attivi e sapere guidare il cambiamento di volta in volta, senza giudicare le scelte fatte fino a quel momento: scegliere di cambiare è più saggio che difendere la propria ragione a tutti i costi.
5. Ci sono state delle difficoltà oggettive e quali?
Le difficoltà sono rappresentate dalla burocrazia infinita e incomprensibile con cui si convive quotidianamente. Passiamo spesso molto tempo a dirimere questioni che non hanno nulla a che vedere con la produzione o il commercio in senso stretto. E’una cosa molta faticosa, perché comunque la si guardi si fa fatica a comprenderne il senso.
6. Avete mai avuto paura? Quale atteggiamento avete usato per combatterla?
La paura c’è sempre. A volte è un prurito lieve, a volte qualcosa che non ti fa dormire.
Il nostro maestro, il signor Daisaku Ikeda, dice: “La vita è un susseguirsi di cambiamenti, una successione di fasi alterne. Ma coloro che possiedono un punto di riferimento, una casa a cui tornare nonostante tutto, sono forti.” La nostra casa è il sentimento che ci ha portato a questa avventura, ovvero questa voglia di fare qualcosa di bello e buono per noi e per il nostro ambiente.
E la nostra casa è il Buddismo, che è un po’come dire la Vita, nostra e di tutti. Tornare davanti a sé stessi tutti i giorni non evita gli errori, ma da un gran forza per poterli trasformare in qualcosa di buono.
7. Qual è la trasformazione più grande avvenuta grazie a questo progetto? Sia a livello personale-interiore che ambientale-di vita?
Una volta che abbiamo trovato il coraggio di desiderare una vita diversa abbiamo entrambe realizzato l’obiettivo di diventare mamme. Questa è una trasformazione totale! Interiore, esteriore, tangibilissima!
8. Qual è il beneficio tangibile donatovi da questo sogno tirato fuori dal cassetto?
Oltre alla maternità l’essersi rimpossessate del nostro tempo. Decidere tutti i giorni cosa fare e come farlo può essere faticoso ma da anche una sensazione di grande libertà.
9. L’obiettivo futuro rimane lo stesso o è cambiato?
Il momento è difficile per le imprese e la nostra non fa eccezione. Forse cambieremo progetto, forse questo rimarrà e uscirà più forte da questo periodo. L’obiettivo però di dare valore alla nostra vita e a quella degli altri rimane, invariato.. come? Le idee non mancano. Una volta aperto il cassetto della creatività senza timori si scopre che c’è sempre un bigliettino/idea chiuso lì dentro.
10. Un incoraggiamento finale per i lettori affinché provino a realizzare i propri sogni.
Sfidarsi costantemente è fonte di grande forza…e con questa forza non si è mai soli!
grazie di cuore a