28.2.13

Dove inizia il viaggio

Il viaggio inizia dal sogno. 
Il sogno inteso come desiderio. 


Il viaggio parte da dove siamo per arrivare in un altro luogo e sentirlo nostro. 
Ricordo quando abbiamo deciso di partire cercando inizialmente dei voli su Expedia, ma optando, alla fine, di avventurarci senza prenotare niente, sulle strade d'Europa con figli a carico e tutti ci dicevano che eravamo matti, ma è stato il viaggio più bello e rilassante che abbia mai vissuto nonostante i chilometri macinati, nonostante sarebbe stato più semplice partire comodamente dall'Aeroporto di Bologna e atterrare in poco più di un'ora. 


Solo il più piccolo manifestava urlando la voglia di fermarsi ogni due ore, ma è stato il nostro beneficio, poter girare l'Europa senza dover raggiungere in breve tempo una destinazione, ma anzi organizzare tappe frequenti e fermarsi a dormire in luoghi non proprio di tendenza e in questo modo poter vivere da vicino il Paese che ci ospita. Questo è il nostro viaggio preferito, respirare gli usi e consumi locali, assolutamente mangiando cibo del posto, girando per angoli poco turistici per poi arrivare in quei luoghi più conosciuti e assorbire ogni particolare con gli occhi. 


Viaggiando con bambini abbiamo sempre cercato il modo di unire i nostri interessi ai loro, quindi brevi visite a musei o luoghi d'arte alternate a giochi nei parchi della città o corse felici nei prati dei polmoni verdi. E ogni piazza, scalinata, museo può essere comunque vissuto come magnifico e interessante ai loro occhi, se presentato sotto una luce magica o raccontato come una favola, sono certa di questo. Come quando a Lucerna siamo andati al museo dedicato a Pablo Picasso di cui hanno amato soprattutto la raccolta di fotografie di Davis Douglas Duncan, scattate al grande pittore negli anni '50 e '60. Si sono appassionati alla vita di questo grande artista attraverso sia le immagini sia il racconto sussurrato alle orecchie, come fosse una fiaba. 


Oppure come quando a Lione abbiamo affrontato a piedi salite su salite cercando i traboules, i caratteristici passaggi nascosti che permettono di andare dalla parte opposta degli edifici passandoci attraverso, e infine siamo arrivati in cima alla Collina di Fourvière con un belvedere mozzafiato sul Saona e Rodano e i bambini hanno vissuto quella lunga camminata come un'avventura e, forse, non si sono accorti della fatica. Lo stesso pomeriggio però abbiamo approfittato dell'acqua della piscina e li abbiamo lasciati liberi di giocare.


Voi cosa amate di più del viaggio? 

Post sponsorizzato da Expedia.



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Come intrattenere un bambino

E soprattutto, come intrattenere un bambino di circa 14 mesi, quando devi fare, non so, una telefonata urgente, controllare la email perchè ne aspetti una importante o vuoi semplicemente gustarti il caffè dopo pranzo in santa pace e lui vuole solo la tua attenzione.


Ho pochi suggerimenti ma infallibili, l'importante che si concentri in silenzio, da solo, magari a terra sotto le tue gambe e ti lasci fare quello che ti necessita. 

Fallo giocare, senza preoccuparti che se lo mangi, con il tuo burro cacao. Inizierà girandolo tra le mani, poi capirà che si apre, poi che si può di nuovo infilare, infine capirà che dentro c'è qualcosa, scaverà, lo assaggerà e soprattutto ripeterà queste operazioni infinite volte.


Offrigli una scatolina di cartone, tipo quelle delle medicine, con dentro due cartoncini colorati impazzirà aprendo e chiudendo decine di volte, provando, sbagliando e riprovando con quelle sue minuscole dita a tirar fuori i cartoncini. State attenti però che ad un certo punto vorrà assaggiarli e allora la vostra autonomia è finita.

In casi estremi, quando non sai più dove sbattere la testa prestagli  la tua agenda, togli da dentro i fogli che sei certa ti servano e lascia il resto, sarà lui a fare pulizia e a sfogliare ogni pagina con dovizia.


Se non basta neanche l'agenda allora l'ultima spiaggia è il tuo portafogli. Ecco quello è sempre stato un tabù per tutti i miei figli e per fortuna tutt'ora è un oggetto che considerano irraggiungibile e sacro, come è giusto che sia, ma se proprio ne va della tua vita, beh, allora concediglielo, ma per breve tempo, prima che scopra i documenti e le carte di credito.


Qui la neve si è sciolta, come anche le buone speranze che hanno ceduto il posto a confusione e smarrimento. 
Ma basta poco e si ritorna in carreggiata, pensando appunto che un grande male preannuncia sempre l'arrivo di  un grande bene. 
Avanti e con fiducia allora.
Ne auguro tanta a tutti noi. 



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25.2.13

Neve a Bologna

E' caduta neve in abbondanza, qui a Bologna, è ancora tutto bianco che vien voglia che torni Natale, con le lucine ad intermittenza per casa, ma siamo quasi a primavera sul calendario e dovremmo pensare a trapiantare i fiori, ad aprire le finestre e ripulire casa piuttosto che a tirar fuori doposci e tute da neve. Se non fosse che tutto il resto della vita scorre uguale a sempre sarebbe bellissima, e io in realtà la adoro anche in questi casi, ma sarebbe perfetta in una baita, in vacanza, con un fuoco scoppiettante nel camino mentre si programma la prossima discesa con lo slittino.


Ma siamo a Bologna, qui e adesso, e al massimo posso programmare un giorno libero da scuola per i bambini per non rischiare di girare in macchina con le strade innevate. Leggendo il post di Mamma che Casa che sta visitando una cittadina della Svizzera per forse viverci e sapere che lì nevica molto e spesso ma le strade sono tutte pulite già alle sette di mattina, mi fa sentire una punta di morso di invidia. Qui questo non accade. 


I bambini si sono goduti certamente giochi e corse sulla neve e si può considerare tutto questo movimento come un allenamento sportivo, e proprio oggi sul sito di Donna Moderna Bambino parlo di come possiamo alleggerire i bambini dallo stress causato da troppe attività extrascolastiche, se volte leggere cliccate qui


Anche Edoardo ha per la prima volta messo i piedi in terra e provato cosa significa toccare questo elemento bianco e attraente ma assolutamente freddo e vi assicuro non ha gradito, ma sono certa che il prossimo anno ci si rotolerà in mezzo senza paura.


E mentre c'era un andirivieni tra fuori e dentro, togli le tute, togli gli scarponi, mettili ad asciugare rinfila tutto e corri ancora fuori, per decine di volte al giorno, in casa la vita è corsa lenta, ho riempito il barattolo del mx dei pancakes ormai terminato, il pane ha ben lievitato, ci siamo fermati spesso per sorseggiare una tisana calda, io ho persino avuto il tempo di spennellare le mie unghie di un verde muschio dal tono molto invernale,  e le mani sono state comunque attente a produrre qualche lavoro a uncinetto.


Siamo anche andati a votare, con un sole splendente e un cielo limpido, planando tra ghiaccio e pozzanghere, quest'anno è stata veramente dura avere fiducia e mantenere saldo il desiderio di usufruire di questo diritto-dovere tanto prezioso, ma ne è valsa la pena, specie quando ho visto persone anziane, che dovevano essere sostenute e accompagnate, sfidare il maltempo e le lastre gelate sui marciapiedi ed essere lì per esprimere il loro voto. E' che forse loro li hanno vissuti  in prima persona i giorni in cui qualche giovane è morto per far si che noi oggi avessimo questa possibilità civile di esprimerci?


Oggi è lunedì, come sempre l'inizio di una nuova settimana e io lo amo proprio per questa sua intrinseca caratteristica, ma soprattutto oggi lo amo perchè voglio avere fiducia che sia anche l'inizio di un nuovo cammino, per tutti noi Italiani.



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19.2.13

Felicità a km zero

In questi giorni capita spesso che mi sveglio felice, che ci siano raggi di sole inaspettati o giornate illuminate come fossimo in primavera inoltrata, anche se fa un freddo cane. E allora inizia a comparire il desiderio di uscire, di godere della luce e stare fuori più a lungo.


Questo weekend appena passato abbiamo scelto di prenderci una piccola vacanza a Bologna, facendo colazione tutti insieme e poi lasciando esercitare i bambini sulle ruote, chi sui roller chi sullo skate. E ci sono luoghi che si prestano facilmente a questo scopo, in mezzo ad una Bologna  pedonale che io adoro, il centro chiuso e queste strade vuote di macchine e piene di piedi e gambe che camminano lente, per diletto.



Non siamo neanche abituati a questi nuovi spazi che è lecito riempire e d'istinto continuiamo a camminare sul marciapiede, sotto i portici, su quel pavimento liscio e perfetto per lo skateboard. Se Ethan era impaziente di testare bene il suo nuovo skateboard questa volta ha tratto gran soddisfazione, la sera era stanco e sfinito, e anche Daphne sentiva le sue gambe doloranti causa le corse su rotelle.


Posso affermare che l'allenamento durato anni con un gioco di legno, -il rocking board- che allieta i loro momenti di noia pomeridiana e allo stesso tempo rafforza tutta la muscolatura e sviluppa  egregiamente il senso dell'equilibrio, ha portato i suoi frutti.
Oggi ne parlo anche su Donna Moderna Bambino, spiego come poterlo realizzare assemblando poche tavole di legno e una manciata di viti. Date un'occhiata cliccando qui.


L'unico che si è riposato, al caldo, sul passeggino e a riparo nel sacco è Edoardo: ha dormito per tutto il tempo cullato dal movimento delle ruote.


E noi adulti? Noi ci siamo riposati perché svagati, perché posato lo sguardo lontano fino in fondo alla piazza, perché ci siamo seduti a pranzo e mangiato cibo cucinato da altri, perché abbiamo camminato lenti senza meta, ritagliandoci una vacanza di poche ore nel centro della nostra città.


E voi usate prendervi questi momenti di pausa senza andare lontano? Usate la vostra città per concedervi una vacanza a km zero?

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18.2.13

Raggiungere un sogno

Con questo titolo incornicio alcuni post che voglio dedicare ai sogni di ognuno di noi, quelli che rimangono nel cassetto, chiusi, al riparo da fallimenti e timidezze, ma che poi con forza vogliono venire allo scoperto.
Intervisterò alcune persone che i loro sogni hanno scelto di farli divenire realtà. 
In quale modo? Attraverso quale fatica? Quale atteggiamento è risultato vincente? 
E poi i sogni, come gli esami, finiscono mai? Si arriva al traguardo di un sogno? 

Dedico questi racconti preziosi ad ognuno di voi, per far si che siano la scintilla che vi possa spingere a fare un tentativo, per non dover mai un giorno dire: avevo un sogno ma non ho mai avuto il coraggio di realizzarlo


Pagù. Pannolini lavabili.

Sara e Candida. 

1. Come è nato questo progetto? Da quale circostanza-idea è scaturito? 

Il progetto è nato concretamente nel 2007 ma era nel cuore da molto più tempo.. aspettava solo di essere “svelato” . Non il progetto di produrre pannolini lavabili, forse, ma l’idea di poter creare qualcosa da sole, qualcosa che avesse un valore per l’ambiente e per la nostra vita. Entrambe eravamo occupate nella stessa azienda, ciascuna di noi a suo modo non pienamente felice di quello che stava facendo e vivendo. L’occasione di unire i nostri desideri è nata in prima battuta cercando di cambiare l’ambiente dove stavamo lavorando partecipando alla creazione di una rappresentanza sindacale e poi partecipando insieme ad un corso sull’imprenditoria femminile, un po’per caso, e un po’per vedere se il lavoro che avevamo avrebbe dovuto essere il nostro lavoro per sempre. Avevamo allora due progetti distinti, due idee più che altro, ma abbiamo condiviso i nostri business plan, approdando poi ad un progetto comune… allora però era ancora tutto molto teorico! 

2. Quali sono stati i dubbi iniziali, se ci sono stati? Quali pensieri avete scelto fossero i dominanti?

Lasciare il famoso e raro “posto fisso” per lanciarci in un’avventura imprenditoriale fa paura. Le circostanze in qualche modo ci hanno sostenuto. Una volta concluso il business plan abbiamo capito che l’idea era diventata progetto e che poteva stare in piedi e che dovevamo valutare per davvero. Una volta messa da parte la paura di poter immaginare una vita diversa, e mettere da parte la paura non è facile, si sono manifestate molte occasioni, tra cui la possibilità di partecipare con il nostro b-plan ad un bando di concorso del Comune per l’insediamento e lo sviluppo di imprese che potessero riqualificare il territorio urbano. Il titolo in sé conteneva buona parte delle nostre aspirazioni! Quindi CORAGGIO


3. Che tipo di atteggiamento avete mantenuto davanti alle difficoltà o sconfitte? 

Le difficoltà si mettono in conto quando si avvia un’impresa, ma incontrarle per davvero è un’altra cosa! In questi ultimi anni poi ad un’attività in un certo modo “pionieristica” (eravamo le uniche a produrre pannolini lavabili in Italia con un mercato ancora più nicchia di quanto lo sia oggi) si è aggiunto il peso della crisi. In Italia questo si sposa ad un senso di incertezza anche rispetto alle regole da rispettare, regole e tasse che cambiano di continuo e di cui non si capisce bene il senso. Mantenere la rotta è difficile ma crediamo che la nostra forza sia nell’unità. Certo, non sempre siamo d’accordo sulle scelte da compiere e discutiamo… ma ci è molto chiaro che da sole saremmo molto più deboli e che ciascuna di noi ha qualità e competenze che sono fondamentali per far fiorire la nostra impresa! 

4. Quale è invece l’atteggiamento da mantenere lontano? 

Uff.. uno solo? Penso che il rischio più grande sia quello di non essere in grado di cambiare rotta e lasciare andare quando le cose non vanno, convinti che la strada immaginata sia necessariamente quella giusta. Un’impresa è un organismo vivente, e così come noi cambiamo tutti i giorni, volenti o no, anche lei cambia. Opporsi a questo cambiamento non porta da nessuna parte, così come non guidare questo cambiamento. Bisogna essere attivi e sapere guidare il cambiamento di volta in volta, senza giudicare le scelte fatte fino a quel momento: scegliere di cambiare è più saggio che difendere la propria ragione a tutti i costi. 


5. Ci sono state delle difficoltà oggettive e quali? 

Le difficoltà sono rappresentate dalla burocrazia infinita e incomprensibile con cui si convive quotidianamente. Passiamo spesso molto tempo a dirimere questioni che non hanno nulla a che vedere con la produzione o il commercio in senso stretto. E’una cosa molta faticosa, perché comunque la si guardi si fa fatica a comprenderne il senso. 

6. Avete mai avuto paura? Quale atteggiamento avete usato per combatterla? 

La paura c’è sempre. A volte è un prurito lieve, a volte qualcosa che non ti fa dormire. 
Il nostro maestro, il signor Daisaku Ikeda, dice: “La vita è un susseguirsi di cambiamenti, una successione di fasi alterne. Ma coloro che possiedono un punto di riferimento, una casa a cui tornare nonostante tutto, sono forti.” La nostra casa è il sentimento che ci ha portato a questa avventura, ovvero questa voglia di fare qualcosa di bello e buono per noi e per il nostro ambiente.
E la nostra casa è il Buddismo, che è un po’come dire la Vita, nostra e di tutti. Tornare davanti a sé stessi tutti i giorni non evita gli errori, ma da un gran forza per poterli trasformare in qualcosa di buono. 


7. Qual è la trasformazione più grande avvenuta grazie a questo progetto? Sia a livello personale-interiore che ambientale-di vita? 

Una volta che abbiamo trovato il coraggio di desiderare una vita diversa abbiamo entrambe realizzato l’obiettivo di diventare mamme. Questa è una trasformazione totale! Interiore, esteriore, tangibilissima! 

8. Qual è il beneficio tangibile donatovi da questo sogno tirato fuori dal cassetto? 

Oltre alla maternità l’essersi rimpossessate del nostro tempo. Decidere tutti i giorni cosa fare e come farlo può essere faticoso ma da anche una sensazione di grande libertà. 

9. L’obiettivo futuro rimane lo stesso o è cambiato? 

Il momento è difficile per le imprese e la nostra non fa eccezione. Forse cambieremo progetto, forse questo rimarrà e uscirà più forte da questo periodo. L’obiettivo però di dare valore alla nostra vita e a quella degli altri rimane, invariato.. come? Le idee non mancano. Una volta aperto il cassetto della creatività senza timori si scopre che c’è sempre un bigliettino/idea chiuso lì dentro. 

10. Un incoraggiamento finale per i lettori affinché provino a realizzare i propri sogni. 

Sfidarsi costantemente è fonte di grande forza…e con questa forza non si è mai soli!


grazie di cuore a 

Candida Agazzi e Sara Lazzarini


 

15.2.13

M'illumino di meno

Anche quest'anno si ripete l'iniziativa di Caterpillar e devo confessarvi che non mi sono preparata abbastanza, ma volevo esserci e così eccomi qui cercando di offrire la mia testimonianza di come mi illumino di meno, nel mio piccolo, di come mi impegno nel quotidiano a volte sfidandomi e spesso cadendo. Proprio cadendo si, perchè mi chiedevo proprio in questi giorni, come mai vivere in questa società e cercare di andare controcorrente al consumismo sfrenato, al menefreghismo delle nostre azioni apparentemente necessarie a volte diventi così faticoso. 
E mi sono data questa risposta: perchè siamo soli. 

Senza voler per forza tornare indietro nel tempo: ma le famiglie allargate di una volta erano una manna dal cielo! 
Io faccio il pane in casa, spesso ceno a lume di candela, produco lo yogurt senza elettricità, uso i pannolini lavabili, in casa non c'è il televisore (altra energia risparmiata e se volete approfondire il perchè lo spiego bene qui da Barbara), cucino io senza comprare pietanze già pronte, autoproduco tutto ciò che posso, cerco di usare gli elettrodomestici nelle ore serali e nei weekend, uso il meno possibile la macchina, compro il più possibile a km zero, insomma ci metto tutta la mia buona volontà, ma a volte sono sfinita. E' vero che ho tre figli, ma se avessi una di quelle famiglie allargate, e vicine, di una volta magari il pane me lo regala la zia o la cognata e per un giorno non lo impasto io, oppure se sono stanca e sfinita, perchè assolutamente sono io che metto in tavola tutto ciò che mangiamo, magari la sorella o la mamma mi tiene i bambini per un paio d'ore che così stendo le gambe. 


E' solo una riflessione. Perchè poi una volta magari molte donne erano obbligate a stare a casa e non avevano neanche la possibilità di andare a lavorare.
Insomma stasera dalle 18.00 alle 19.30 spegnete le luci, e soprattutto fatelo tutte le volte che uscite da una stanza, se volete accendete una candela, mettetela al centro della tavola e continuate con la romantica atmosfera che avete lasciato proprio ieri, il giorno di S. Valentino. 
E poi anche se a volte costa fatica quello che rimane è una gran senso di Liberté, Egalité, Risparmieté.  

Buon weekend a tutti voi. 

14.2.13

Pancake per S. Valentino

Questo post arriva in ritardo, ma io non lo sapevo che il 12 febbraio fosse il Pancake Day e che coincide sempre con l'ultimo giorno di carnevale, festeggiato in particolare nei paesi anglosassoni. 
Oggi invece è S.Valentino. 
Ecco forse spiegato perché un paio di notti fa ho sognato di essere in Gran Bretagna, felice, come in un telefilm, un ombrello in mano e il sole sopra la mia testa, nel sogno mi fermavo in un pub, mi sedevo e mi mangiavo una montagna di pancake, felice con un cuore rosso tatuato sulla mia spalla. Si, la mia fantasia galoppa e cerco di coltivare ogni giorno anche quella dei miei bambini, ma tornando ai nostri pancake non so se li posso veramente trovare in un pub, ma sulla nostra tavola sicuramente si. Sono una di quelle pietanze appena dolci che risolvono sia le colazioni ritardatarie e che inneggiano alla lentezza, che quei pomeriggi invernali che hanno bisogno di una coccola dell'ultimo minuto. 



Il mio barattolo magico è sempre pronto per preparare i pancake e devo ammettere che averlo lì, a disposizione, facilita il compito e stimola a prepararli più di frequente. L'importante è avere tutto l'occorrente per guarnire queste frittelline piatte che poi fritte non sono: lo sciroppo d'acero, la marmellata e la nocciolata sono essenziali, ma noi spesso le mangiamo anche con una composta, preparata al momento, di frutti di bosco congelati aggiungendo mezzo cucchiaio di burro e un cucchiaio di zucchero, cotti a fuoco medio in padella senza coperchio per circa 10 minuti. Non deve mai mancare la frutta fresca tagliata e messa accanto nel piatto e una buona tisana calda, perché così non ci sbagliamo neanche con i valori nutrizionali.


Che meraviglia. 
E poi non bastano mai, infatti non riesco a metterli in freezer quando avanzano. Si, perché volendo possiamo anche conservarli e tirarli fuori all'ultimo momento scaldandoli pochi minuti nel forno, magari per quelle mattine che siamo di corsa ma vogliamo far finta che la giornata sia lenta e abbiamo il tempo di fare una colazione decente. 


Vi consiglio di provarli proprio oggi se non lo avete ancora fatto, perché sono buoni e mettono allegria e sono perfetti per i bambini, ma soprattutto potete dedicarveli come regalo per S. Valentino, la festa dell'amore, quello verso gli altri e ma anche verso se stessi.




12.2.13

I bambini e l'arte.

Ormai ho imparato a non truccarmi quando vado a teatro, anche se quello per bambini, tanto è buio e gli spettatori sono per lo più piccoli che non fanno caso ad i miei occhi. Perchè a me il teatro commuove, la sua magia, gli applausi, l'impegno, la bravura, sono tutti elementi che concorrono a farmi piangere nel buio, lacrime copiose di forte commozione che mi farebbero colare tutto fino alle guance, così per evitarlo arrivo con il viso pulito e struccato. Poi quando si riaccendono le luci rimangono solo gli occhi rossi e la voce roca e il dolce ricordo dell'arte impersonata. 


Pochi giorni fa, tornando verso casa con Daphne ed Ethan dopo aver goduto di uno spettacolo al Teatro Testoni Ragazzi, ho confidato loro le mie lacrime e da veri bambini non hanno capito il perchè si possa piangere di commozione. Come faccio a spiegare cos'è la commozione? Qualcosa che piace così tanto da far sgorgare lacrime, che riempie e gonfia il cuore, che arriva e non si può trattenere? 



Certo è che l'arte in generale sostiene l'anima ed i bambini che possono viverla direttamente si arricchiscono di quella gioia che non può essere donata da nient'altro. I quadri ad una mostra, gli attori su un palcoscenico, i ballerini in movimento o la musica dal vivo, sono tutte manifestazioni artistiche che, non solo possono apportare cultura alla nostra vita, ma soprattutto trasmettono un messaggio intangibile, invisibile che però profondamente ci nutre. 

E forse è proprio questo che commuove. 
Voi partecipate alle iniziative presenti nella vostra città per aiutare i bambini ad avvicinarsi all'arte?

p.s. lo spettacolo che vi consiglio di vedere, perchè gli attori sono bravissimi, tanto che ci si dovrebbe alzare applaudendo, alla fine e urlare BRAVI, è Hansel e Gretel della compagnia Cassapipe Eventeatro