Nei giorni passati mi sono interessata a cercare pura cera d'api.
Sembra facile, ma quella vera, giallina, appiccicosa non sapevo dove trovarla, mi immaginavo un apicultore, personaggio di campagna che avendone dosi eccessive volesse disfarsene.
Alla fine l'ho trovato, in centro a Bologna dietro via Drapperie e via Pescherie, in un baracchino 80x90cm, con un vetro che si apre e si chiude all'occorrenza. Lui quasi più largo del baracchino, ma lì dentro chiuso, rintanato, con il giubbotto addosso e una radiolina accesa per fargli compagnia. Lui lì vende miele e derivati, quindi anche pura cera vergine.
Quando gli ho chiesto se la vendeva, a peso, se aveva anche i fogli di cera, lui mi ha capito e mi ha dato un appuntamento per venirla a prendere. E così è stato ed è proprio come la cercavo, lui era proprio come lo immaginavo, le mani rugose e un amore per le sue api che si leggeva nel modo in cui mi spiegava il tutto, come usarla, con quali accortezze, il modo di maneggiarla raccontandomi della sua statuetta di cera, caduta e rotta, lasciata poi sciogliere di nuovo nel pentolone di cera fusa per formare il mio disco giallo.
E così torno a casa tutta soddisfatta, con la mia scatola di fogli di cera a cellette ben imbottita e un disco profumato di cera gialla gialla e pura pura.
Qualche tempo fa avevo comprato Earthways: Simple Environmental Activities for Young Children in cui vengono spiegate attività da fare con i bambini seguendo il ritmo della stagioni.
C'è una parte in cui parla delle candele e ne sono rimasta affascinata, così ho cercato gli stoppini, quelli adatti a candele non troppo spesse, altrimenti bruciano troppo e si crea fumo.
La cera pura è durissima, talmente dura che se si vuole romperla si deve sbattere, e forte, non si riesce a tagliare. E' molto infiammabile e quando si scioglie è trasparente.
La si può lasciare su un termosifone acceso, appoggiata su un foglio di carta da forno, per farla ammorbidire un po' e poi tagliarla con un coltello. Io ho usato le maniere forti, spaccandola, sbattendola, proprio per usare le mani per non usare la testa e la soddisfazione è stata grande. L'ho fatta sciogliere a bagnomaria, dato l'alto potere infiammabile, utilizzando un barattolo di vetro in cui si è di nuovo solidificata fino alla prossima sessione e ho usato guanti di plastica.
Una volta sciolta è di un colore miele trasparente, liquida, sembra acqua.
Per prima cosa ho cerato lo stoppino, cioè l'ho immerso e poi estratto subito dopo, lasciandolo raffreddare tenendolo teso, per evitare che assorbisse la cera liquida, il rischio è che poi non bruci bene.
Quando si raffredda lo stoppino diventa rigido e si può tagliare della misura che si desidera.
La creazione della candela prevede un rito ripetuto per molte volte, immergendo lo stoppino per
1-2 secondi per poi toglierlo e far così solidificare la cera, tante volte fino a vederla crescere, uno strato alla volta.
Oppure si conservano i gusci delle noci, integri e si versa la cera calda all'interno per creare dei piccoli lumini, che volendo galleggiano sull'acqua.
Sembra facile, ma quella vera, giallina, appiccicosa non sapevo dove trovarla, mi immaginavo un apicultore, personaggio di campagna che avendone dosi eccessive volesse disfarsene.
Alla fine l'ho trovato, in centro a Bologna dietro via Drapperie e via Pescherie, in un baracchino 80x90cm, con un vetro che si apre e si chiude all'occorrenza. Lui quasi più largo del baracchino, ma lì dentro chiuso, rintanato, con il giubbotto addosso e una radiolina accesa per fargli compagnia. Lui lì vende miele e derivati, quindi anche pura cera vergine.
Quando gli ho chiesto se la vendeva, a peso, se aveva anche i fogli di cera, lui mi ha capito e mi ha dato un appuntamento per venirla a prendere. E così è stato ed è proprio come la cercavo, lui era proprio come lo immaginavo, le mani rugose e un amore per le sue api che si leggeva nel modo in cui mi spiegava il tutto, come usarla, con quali accortezze, il modo di maneggiarla raccontandomi della sua statuetta di cera, caduta e rotta, lasciata poi sciogliere di nuovo nel pentolone di cera fusa per formare il mio disco giallo.
E così torno a casa tutta soddisfatta, con la mia scatola di fogli di cera a cellette ben imbottita e un disco profumato di cera gialla gialla e pura pura.
Qualche tempo fa avevo comprato Earthways: Simple Environmental Activities for Young Children in cui vengono spiegate attività da fare con i bambini seguendo il ritmo della stagioni.
C'è una parte in cui parla delle candele e ne sono rimasta affascinata, così ho cercato gli stoppini, quelli adatti a candele non troppo spesse, altrimenti bruciano troppo e si crea fumo.
La cera pura è durissima, talmente dura che se si vuole romperla si deve sbattere, e forte, non si riesce a tagliare. E' molto infiammabile e quando si scioglie è trasparente.
La si può lasciare su un termosifone acceso, appoggiata su un foglio di carta da forno, per farla ammorbidire un po' e poi tagliarla con un coltello. Io ho usato le maniere forti, spaccandola, sbattendola, proprio per usare le mani per non usare la testa e la soddisfazione è stata grande. L'ho fatta sciogliere a bagnomaria, dato l'alto potere infiammabile, utilizzando un barattolo di vetro in cui si è di nuovo solidificata fino alla prossima sessione e ho usato guanti di plastica.
Una volta sciolta è di un colore miele trasparente, liquida, sembra acqua.
Per prima cosa ho cerato lo stoppino, cioè l'ho immerso e poi estratto subito dopo, lasciandolo raffreddare tenendolo teso, per evitare che assorbisse la cera liquida, il rischio è che poi non bruci bene.
Quando si raffredda lo stoppino diventa rigido e si può tagliare della misura che si desidera.
La creazione della candela prevede un rito ripetuto per molte volte, immergendo lo stoppino per
1-2 secondi per poi toglierlo e far così solidificare la cera, tante volte fino a vederla crescere, uno strato alla volta.
Oppure si conservano i gusci delle noci, integri e si versa la cera calda all'interno per creare dei piccoli lumini, che volendo galleggiano sull'acqua.
Nella scatola ben imbottita attendono ancora con pazienza i fogli di cera, sottili, rigidi e semi trasparenti. Voglio creare delle candele arrotolandoli allo stoppino, vi porterò le immagini e l'esperienza di questo mio prossimo progetto, promesso.
Buona giornata a tutti voi.
Che idea stupenda... i lumini nei gusci dinoce!!! Bellissima!!!
RispondiEliminaChe idee meravigliose che hai sempre.
RispondiEliminaLe candele arrotolate le ho visto spesso, pensa un po', nelle vetrine di negozi super-trendy e stra-fighi.
Ma non saranno mai belle come quelle fatte da te.
Clicco su mi piace. E tanto anche!
RispondiEliminaBruciare le candele fatte a mano con ottima c'era d'api mi dà l'idea di essere una cosa ancora più casalinga e quindi più "calda".
Anche perchè a volte ho letto che nelle candele che compriamo ci possono essere dei componenti tossici che bruciando diffondiamo in casa.
Quei piccoli gusci sono stupendi e originali.
Buone creazioni...
L.
favoloso!! io l'ho ricomprata pochissimo tempo fa, pensavo di avere difficoltà a trovarla e invece...
RispondiEliminaCi serviva per cerare le foglie d'autunno e sono rimasta una infinità di tempo ad annusarla perchè nello stesso attimo in cui ho avvicinato il naso mi sono tornati in mente, proprio come una madeleine proustiana, dei ricordi bellissimi che però non ero riuscita a mettere a fuoco del tutto.
Ho continuato ad annusarla per tutto il giorno e ogni volta la stessa sensazione, lo stesso momento di bambina, alla scuola tedesca che frequentavo e dove si passava il pomeriggio a creare, inventare. però non ero riuscita a capire esattamente cosa mi ricordava.
Poi pensate, leggendo proprio un blog,quello di Sybille, ho visto l'immagine di una candela a cui si attaccavano pezzetti di cera di varie forme per decorarla. E allora in un attimo ho ricordato!!
A volte mi supisco della potenza di un odore e i ricordi che può sprigionare.
Adesso sono diventata pura cera d'api dipendente.
Un bacione e aspetto di vedere le tue creazioni.
P.S Anche noi abbiamo fatto le candeline nei gusci di noce. la sera, immerse piccola ciotola di vetro, ci fanno compagnia a tavola!
bellissimo! forse tra una decina di giorni vengo a bologna e magari passo a vedere...
RispondiEliminaavresti altri suggerimenti di cosine belle da non perdermi?
Il profumo della cera d'api é meraviglioso :)
RispondiElimina;) Che bello spunto! Mi sembra di esser tornata piccolo quando giocavo con la mia nonna
RispondiEliminaBellissimo, scritto con il cuore.
RispondiEliminaLo vorrei rendere fruibile a tutti gli utenti del portale della Federazione Apicoltori Italiani, www.federapi.biz di cui curo la pubblicazione.
Aceto un suggerimento
saluti
Io amo le candele.. e l'idea di farle in casa me le farebbe amare anche di più!
RispondiEliminaE' un bellissimo progetto Ester!
come al solito questo blog mi affascina...
RispondiEliminache belli i gusci di noce !!!
RispondiEliminacavolo. uno sguardao veloce mi è bastato per infondermi una serenità inaudita.
RispondiEliminasplendide foto:) grazie epr esserti unita:)))
ciao! Sono finita qui dopo aver letto un tuo commento sul pasto nudo...da qualche anno sono anch´io una cera d´api dipendente, in autunno e inverno! E proprio ieri il contadino del negozio bio qui sotto mi ha detto che mercoledí arrivano le candele, quelle di fogli di cera arrotolati!! Ma non l´avevo mai lavorata. Quindi: grazie!!!Adesso me lo rileggo tutto con calma e poi, domani...non vedo l´ora, che passerei ore ad annusare...
RispondiEliminabaci!
claudia
Ciao, sono alla ricerca di cera d'api e sono capitata in questo blog. Mi chiedevo, essendo il post un po' vecchiotto, se la vendono ancora in centro a Bologna e se, eventualmente, il "baracchino" di cui parli ha un nome.
RispondiEliminaGrazie, Barbara.
barbara benvenuta
RispondiEliminafino a poco tempo fa l'ho sempre visto lì, è un casottino piccolo se è chiuso chiedi ai vicini perchè di solito apre sul tardi
un caro saluto
ester
Ciao! :)
RispondiEliminaSono approdata sul tuo blog, cercando su google un posto dove a Bologna si vendesse cera d'api..
Sai se questo mistico casottino esiste ancora?
C'è un numero da chiamare per essere sicura di trovare la cera, che tu sappia? Io non vivo a Bologna, vado solo per dare gli esami (e se va bene, per la cera d'api:) )
Ciao poco tempo fa lo avevo visto, quindi deduco sia ancora lì, non ho però nessun numero da chiamare purtroppo. In bocca al lupo pr la ricerca :)
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