Ho iniziato a leggere Il magico potere del riordino. Il metodo giapponese che trasforma i vostri spazi e la vostra vita in viaggio per Londra.
Mi ha tenuto compagnia in volo e i minuti prima di crollare addormentata nell'accogliente letto dell'hotel.
Sono tornata a casa e ho continuato la lettura, affascinata dall'autrice che ha inventato questo mestiere stranissimo di aiutare le persone a rimettere ordine nelle loro case fino a diventarne una specialista ricercata.
Ma fino ad ora mi è mancato il tempo (o forse l'impegno, la motivazione, la volontà?) di mettere in atto i consigli che dispensa ripetutamente nel suo libro. Una cosa mi è rimasta molto impressa: ripetita iuvant. Si, perché il suo stile narrativo mi è parso caratterizzato da questo approccio particolare.
Comunque, i consigli che dispensa sono interessanti, e sicuramente non si tratta di un semplice decluttering: è qualcosa di più profondo, un processo che cerca di far entrare il protagonista del cambiamento in relazione con gli oggetti che lo circondano, fino ad eliminare buona parte degli stessi, finendo per riempirne interi sacchi.
Sicuramente è il tempo che mi manca e anche quella sorta di intimità che necessita quando si deve sentire la relazione con un vestito che non si indossa da anni (dentro il quale forse neanche non ci entro più, ma che è il ricordo concreto di un certo momento preciso della mia vita). Ecco non credo di riuscirci con intorno una triade di ragazzini che emettono suoni ed esibizioni di vario tipo.
Però una cosa l'ho fatta. Ho riordinato i cassetti.
Mi è parso di vedere molte foto di contatti facebook o instagram con lo stesso tipo di approccio, quindi deduco che è un particolare che ha colpito molti lettori.
Funziona davvero.
Nello stesso cassetto entrano il doppio dei capi, rispetto al metodo tradizionale che vede un capo piegato e posato sopra l'altro. Inoltre si crea meno confusione perché tutto è a portata di vista, quindi non serve controllare sotto e muovere tutti gli abiti piegati, e soprattutto si sgualciscono meno.
Nel mio caso l'unico problema è il mantenere costante nel tempo questa metodologia, renderla affascinane anche per il resto degli abitanti della casa, soprattutto i bambini. Fino a ora ho rilevato solo qualche insubordinazione dovuta alla fretta, quindi posso confermare la praticità e comodità.
Altro piccolo particolare che voglio condividere è il punto di vista dei collant, che non avevo mai preso molto in considerazione, in quanto fino ad ora li avevo sempre conservati selvaggiamente arrotolati, cercando di utilizzare il minor spazio possibile (allo stesso modo conservavo anche i foulard).
Ho preso coscienza di quanto anche i nostri oggetti possano aver diritto ad essere conservati, ed amati, nel modo appropriato, piegati con cura, e devo ammettere che mi regala una sensazione positiva immaginare i miei collant, calzini, foulard, mutande e piccole cose simili, in ordine nel mio cassetto e non arruffati uno contro l'altro.
Vi auguro una giornata splendente che possa essere il tappeto rosso della settimana a venire.
p.s. offerta per provare l'opzione Premium di Amazon
Seguimi anche su
Ciao Ester! Anch'io sto leggendo questo libro! per ora ho buttato tante cose vecchie (maglioni, giacche, jeans), per il resto vediamo! (ammetto che sono un po' scettica!)
RispondiEliminagrazie, auguro anche a te una settimana splendente! :-)
C.