26.6.14

Riflessioni sul lavoro


riflessioni lavoro

Leggevo cosa scrive Laura, dopo aver commentato un suo post su facebook, in cui chiedeva se continuare con il blog, dato la necessità urgente di monetizzare
Voglio confidare a chi mi legge che io Laura la comprendo TOTALMENTE, oltre a stimarla oltremisura. 



Non voglio che leggiate le parole che sto per scrivere con un tono lamentoso, dispiaciuto, 

piuttosto vorrei che sia di consapevolezza, determinazione e collera, 
quella che si alza di fronte alle ingiustizie.


La vita è ingiusta, o per lo meno così appare, nel senso che gli eventi positivi e negativi sono parte di questa nostra avventura, e ciò ci spaventa, ci fa anche stare molto male. Allora non dovrei chiamarla ingiusta, ma prevedibile. 
Dipende, poi, da come ognuno di noi affronta gli eventi che si parano davanti, dandone un'accezione positiva o negativa. 
Mi faccio schiacciare? Oppure reagisco e lo prendo come punto di partenza? 

Comunque.
La riflessione che facevo era questa.

In questo momento non posso lavorare a tempo pieno, perchè ho un bambino piccolo, il terzo figlio, sono sola senza aiuti di nonni o altro, e portare avanti tutto da soli è quasi impossibile, ma neanche a tempo part-time, perchè non trovo lavoro. Oppure quello che trovo è di bassissima manovalanza pagato pochissimo (e nonostante tutto non mi tiro indietro) e non arrivo a fine mese, letteralmente. 

Nel mio caso non ho nessun tipo di aiuto, non ho sconti di nessun tipo, eppure pago le tasse. Ecco, se non mi invento un lavoro, e ci provo pure, nessuno mi offre niente. Mi sembra di dare e basta. 
Ma va bene, io non chiedo niente. 

Eccetto lavorare, essere sostenuta come persona che ha deciso di fare figli, che paga le tasse e ha voglia di lavorare. Significa che non si tratta solo di cercare lavoro, trovarlo, ma anche fare in modo di continuare a mantenerlo quel lavoro. Perchè non sono in errore io che ho scelto di fare figli. Non è una colpa, nè dovrebbe essere motivo di ingiustizia.

Poi mi chiedono perchè sogno di essere fuori da questo paese per vecchi.

Ecco perchè negli ultimi tempi trovate qualche pubblicità che compare qui sul blog, provo a tirar su qualche euro. Onestamente. Senza rubare niente, nè chiedere niente a nessuno. 

Chissà, quando rileggerò questo post tra qualche anno, in che situazione sarò e cosa penserò di me, di questo periodo e di questa povertà che aleggia su molte delle persone che conosco. 
Chissà che opinione avrò del futuro che spetta ai miei figli. 

Leggi anche di quando lavoravo ma quasi mi ammalavo e le mie riflessioni sul multitasking.

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18 commenti:

  1. fai bene così siine convinta e non tormentarti...almeno così ti resta ancora la voglia di fare sesso matto cosa che sparirebbe se ...oltre a sgobbare in casa...sgobbassi anche fuori!

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  2. Grazie Ester, leggo e non so dare una risposta a nessuno.
    E pur capendo tutti, tutti quelli che mi hanno scritto e dato un consiglio, sono talmente fuori fase che non solo non riesco a darmi una svolta e nel contempo capisco chi mi sfrutta. L'assurdo.
    E comunque io ci vado a fare il lavoro umile, giuro ci vado. Lo faccio, mi rimbocco le maniche da oltre 20 anni. Mi chiedo però se non posso migliorare la mia situazione di pulitrice di scale. Mi chiedo se sia possibile non avere un sogno e non poterlo coltivare e non provarci.
    Mi dicono di no.
    Oggi pensavo di aver sbagliato veramente tutto e di meritarmelo.
    Fine commento lamentoso, mi prenderò una vacanza.
    Lavorando naturalmente. :)
    Ti abbraccio dal profondo del cuore.
    Laura

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    1. laura capisco la tua disperazione e ti assicuro che anche io faccio lavori umili, ovvio preferirei di meglio, ma non mi sono MAI tirata indietro e non lo farò di sicuro in futuro. Credo che purtroppo qui in italia rendere certe passioni un lavoro diventa veramente difficile e rasenta il volontariato. Io non me la sento di rischiare, e rimango a metà, lasciando che trovi risorse altrove soddisfazione pochi spiccioli, qui. Ma non mi cruccio tanto di questo, quello che mi dispera è che in ogni caso non arrivo alla fine del mese. La scelta era andare avanti con il mio vecchio lavoro, ma lasciarci le penne. Oppure stringere i denti con quello che trovo. Veramente l'italia è un paese per vecchi, non tanto perchè non favorisce aiuto ai giovani perchè non guarda avanti, non guarda al futuro, non ha più speranza. E chi ce l'ha fa meglio a farsela passare! un abbraccio grande anche a te

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  3. ho letto questo e gli altri post linkati... e penso che avremmo dovuto conoscerci prima!! Avrei imparato alcune cose, di sicuro, prima di sbatterci la faccia di piatto.
    io un lavoro (part time) ce l'ho, ma nella fortuna ho la sfortunissima di avere un capo che "e ringraziate di avercelo un lavoro" : questo è sufficiente per farci passare le pene dell'inferno. e il conto in banca è comunque raso raso, più in là che in qua.
    voglio anche io arrivare a non correre per rincorrere, ma a cercare la serenità nelle giornate, la gioia dei dettagli.
    ma mi rifiuto di sentirmi così schiacciata dai questi pensieri, da queste situazioni. da qualche parte bisogna cominciare. io ho iniziato da "noi".
    se hai l'opportunità di recuperare qualcosa attraverso i prodotti, ben venga: i tuoi consigli varranno per me moltissimo!
    ti abbraccio forte e grazie perché le tue riflessioni mi aiutano spesso e volentieri!

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  4. Esiste sempre una scelta, la famosa "terza via"...
    Quando il lavoro fa ammalare c'è chi stringe i denti e va avanti, e chi molla.
    Io due anni fa ho scelto di mollare un contratto a tempo indeterminato e i famosi 1000 euro al mese.
    La mia salute e la salute della mia famiglia valevano e valgono ancora infinitamente di più. In questa scelta difficilissima ho avuto la fortuna di avere accanto un uomo comprensivo che non ci ha pensato due volte a farsi carico di me - economicamente parlando. Ad oggi collaboro con lui che lavora in proprio.
    Non lo considero un lavoro vero e proprio nel senso che - dopo aver lavorato come dipendente - questa nuova vita è come una festa quotidiana. Si rinuncia a diverse cose, si fanno quadrare i conti. E poi... come coppia per scelta non abbiamo figli. E questo incide positivamente sul nostro bilancio familiare, sarei ipocrita a dire il contrario.
    Ammiro i genitori nel 2014. Davvero. E comprendo lo sconforto di tante mamme e papà che non arrivano a fine mese.
    ....
    Come Ester sono una praticante del Buddismo. Quindi in teoria dovrei farmi portavoce di un ottimismo e di una fiducia incrollabile nella vita e in quello che ci riserva. Ma mi ritengo abbastanza intelligente per non offendere le persone che si definiscono "disperate" proponendo loro la formula magica che risolve tutto.
    Non esiste alcuna formula magica. Quello che posso dire a Laura è che i momenti di disperazione passano... ci passiamo tutti, è impossibile sottrarcisi. I soldi che mancano, le malattie... ogni giorno - volendo - c'è qualcosa per cui disperare. E ogni mattina possiamo scegliere se soccombere, o alzarci magari barcollando un po'. Pero ci alziamo. Un abbraccio virtuale.
    Cecilia

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    1. Ciao Cecilia.
      Grazie.
      Anche io un paio di anni fa ho deciso di lasciare un lavoro a tempo indeterminato per le tue stesse ragioni, non mi pento affatto della mia scelta, ma è innegabile la difficoltà in cui versiamo adesso, addirittura con 3 figli. Anche io sono buddista, forse di un altro ramo, e sono certa capirai quanto questa religione/filosofia di vita aiuti ad essere ottimista e fiduciosa nel futuro. Nonostante ciò ci sono momenti di profonda disperazione, reale, tangibile e giustificata. Anche questa fa parte della vita e proprio per questo prenderne atto può essere un punto di partenza. Deve essere così, sarà così.
      Rimango sempre più convinta che l'essere umano ha diritto ad essere felice conducendo una vita degna. In questo sia incluso il fatto che no deve morire per un lavoro o di fame o di povertà. Ancor di più in una società dove sembrerebbe garantito. Comunque questi sono discorsi troppo complessi. Quello che desidero è avere il diritto di lavorare, con dignità. Sono certa che la mia vita risponderà nel migliore dei modi per la mia felicità ♥

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    2. mi chiedo come facessero le vedove che dopo hiroshima etc etc caricavano i bimbi in spalla ...avevano poco più di una ciotola di riso a famiglia e andavano a parlare di speranza ad altre disperate povere malate...è Storia...documentata....non avevano timore di offendere tuttìaltro......empatia per l'altrui diperazione... mi chiedo forse avevano FEDE?

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  5. Ciao Ester io ho letto i post di entrambe e sono rimasta veramente senza parole, senza niente da scrivere. Non sei in errore tu che hai scelto di fare figli e fai bene anche a inventarti un nuovo lavoro. A me è dispiaciuto tanto trovare commenti negativi su un tuo post sponsorizzato perché c'è sempre qualcuno che non capisce che si può lavorare anche scrivendo (e scrivendo bene). Ciò detto un abbraccio forte a entrambe. (ora vado a commentare anche da Laura)

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    1. Cara grazie per il tuo sostegno! Anche se sembra ridicolo, ma in questo mondo del web, virtuale, le parole di sostegno sono come degli abbracci reali! grazie ♥

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  6. Cara Ester e' da un po che ti leggo e riesci sempre a toccare temi che a stanno molto a cuore! Sono mamma da poco più di un anno e anch'io mi ritrovo ad essere combattuta tra: lavoro o educazione di mio figlio?...purtroppo questo paese non xi permette di goderci di entrambe le cose, si devono fare delle scelte, io ho scelto con grande sacrificio di essere presente ogni giorno a mio figlio, e se anch'io molto spesso dico di abbandonare questa terra poi mi soffermo su uno dei miei tatuaggi preferiti che mi aiuta nei momenti no: resilience! Un abbraccio

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    1. infatti! benvenuta resilienza!
      però è anche molto triste che una donna debba per forza scegliere e che, se si propende per stare con il figlio, non ci siano aiuti reali e concreti per la famiglia. Questo mi fa una gran rabbia, è un diritto negato!
      un abbraccio e grazie per aver lasciato il tuo commento qui ♥

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  7. Ciao Ester ti seguo sempre, siamo "ospitate" dalla stessa terra e dalla stessa città. Ti scrivo dicendoti che hai tutta la mia solidarietà, e comprendo perfettamente quanto scrivi. Io lavoro da settembre a giugno, sono una super precaria della scuola....e gli stipendi di una supplente arrivano sempre in ritardo, come se non contasse che la scuola tira a campare grazie ai precari....ne sto ancora spettando due.
    Io quando lavoro mi sento sempre disallineata con me stessa e con chi amo. Sempre di corsa, la bimba catapultata dal letto, all'asilo ancora col sonno negli occhi, la stanchezza la sera...e il lavoro portato a casa...e io che prima della mezzanotte non vado mai a letto, che mi ritrovo a lavare i pavimenti alle 11 di sera.Non mi sento nè una brava moglie, nè una brava madre e nè una brava lavoratrice.Sento di mancare in tutto, perchè per tutto non ho tempo!
    Mi chiedo se questa è vita...me lo chiedo davvero. Anche io ho i nonni lontani, a parte l'asilo zero aiuti...non posso spendere i soldi che guadagno in babysitter e aiuti domestici, no...non me lo posso permettere. E alla fine tutti questo sbattimento per cosa? In due non si arriva lo stesso a fine mese...i soldi si volatilizzano in mutuo, bollette, condominio, tasse, rata asilo, benzina...
    Non riesco ad essere mamma-lavoratrice....mi sento svuotata dalla frenesia. Tante volte penso che non sono fatta per questa vita, arrivo quasi a benedire in mesi in cui non lavoro perchè mi aiutano a rigenerarmi...anche se poi c'è l'ansia perchè si arranca con i soldi. E allora non c'è mai un equilibrio...sempre in affanno.
    Il mio segreto a volte è fermarmi e cercare di godere appieno degli attimi.....in questo momento non ho stipendio, ma posso stare con mia figlia senza ansie, senza corse....posso godere di ciò che di più prezioso ho. Posso prendermi cura della mia famiglia mettendoci tutto il tempo che l'amore richiede.
    E' inutile, per le madri che vogliono stare con i propri figli piccoli non c'è sostegno, non c'è aiuto.
    In questo momento se non ne avessi bisogno sceglierei mia figlia, la lentezza, le mie passioni....ma mi tocca essere multitasking...anche se pon lo sono per niente!

    Ti abbraccio

    Ilaria

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    1. Ilaria, mi hai fatto ridere dicendo "ma mi tocca essere multitasking...anche se pon lo sono per niente!" :) é proprio come dici tu e questo mi fa davvero tristezza e rabbia. Ecco perchè a volte mi vien voglia di scappare da qualche altra parte. Io credo che la speranza che si respira in altri luoghi e perchè realmente le persone hanno la potenzialità riconosciuta di realizzare la loro vita, con gli aiuti e il sostegno dovuto. Qui è tutto un arrancare.
      Ma voglio pensare che non sia così per sempre, grazie a me stessa saprò dare una svolta decisiva. Me lo ripeto ogni giorno! un abbraccio

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  8. Carissima Ester sono molto felice di aver scovato il tuo blog anche se credo che nulla accade per caso. Volevo dirti che nessuno ha il diritto di giudicare le tue scelte se non tu stessa!
    In questo nostro Paese di ex poeti e naviganti e oggi di furbi e di briganti bisogna barcamenarsi tra mille risorse per riuscire ad andare avanti.
    Tu hai un talento e devi usarlo!
    Recentemente una mia cara amica ha dovuto lasciare l'Italia con i suoi piccoli per recarsi in Germania, a Monaco, dove finalmente il marito ha trovato lavoro.
    La prima cosa che mi ha detto è che la Germania guarda al futuro perchè investe nella crescita dei suoi "figli". Lei ha diritto ad una somma per crescere i bambini e decidere "in libertà" cosa fare della sua vita. Sono sbalordita!!!!!!!!!ma i nostri politici si confrontano con il resto dell'Europa o pensano solo a parlare????????????????Baci e sii orgogliosa di te stessa

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    1. grazie per scrivere il tuo pensiero e per le tue parole così gentili! grazie davvero! E leggendo le parole dette dalla tua amica mi si scatena un moto di rabbia per la situazione ormai vecchia e morta che viviamo qui in italia, ma sono veramente felice per lei! grazie per condividere esperienze positive seppur oltre confine ♥

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    2. si certo la germania ... detta legge anche a noi...non guarderei agli altri eviterei i paragoni poichè l'Italia è sottomessa agi altri paesi in Europa ...e a parte i politici del cavolo abbiamo Germania e altri paesi che crescono perchè l'italia diminuisce...direi che il discorso è NON guardare gli effetti ma guardare anche i perchè

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Solo parole educate e civili...si, parlo proprio con te che vuoi disturbare e di solito non ti firmi.