Facile a dirsi, mi sono svegliata una prima volta nel cuore della notte, preso al volo Edoardo dalla culla accanto al mio letto mentre il mio compagno di vita andava in camera a prendere Daphne ed Ethan. Non ho dormito per 3 giorni fino a quando sono caduta in un sonno profondo e notturno, sfinita. Poi una pausa, tra le tante scosse, fino a qualche giorno fa, quando sola a casa mi ritrovo di nuovo a prendere di corsa Edoardo, steso a terra, su una coperta e correre fuori. Poi il pensiero agli altri due a scuola e a mio marito. Ancora paura, quella che paralizza nel quotidiano, quella che ti fa rimanere ferma e in attesa della prossima, forte, scossa.
E poi i morti, persone, vite preziose, uniche, speciali. Che tristezza e rabbia impotente.
E noi, che non siamo abituati, ma poi ci si abitua al terremoto? siamo attoniti e allo stesso tempo impazienti di ricominciare, come se niente fosse successo.
E così dopo l'ultima forte scossa ho voluto esorcizzare quel gelo dentro che ti fa guardare fissa ogni oggetto pendente, ho voluto fare festa. Certo, me lo posso permettere, sto bene, i miei cari stanno bene e ho un tetto sulla mia testa.
Ma ho voluto mettere una controtendenza a quello che il mio istinto ansioso mi suggeriva, ho voluto uscire all'aperto per stare al sicuro dai muri ma anche per divertirmi, ho voluto stare in compagnia, per parlare di questo tremolio, ma anche per ridere e scherzare come se tutto questo non fosse mai successo, ho voluto stare fuori fino a tardi infrangendo quelle regole base di casa nostra, bevendo aperitivi e cenando nel giardino di un ristorante.
Come hanno fatto gli abbruzzesi che prima e dopo il grande sisma hanno vissuto per mesi queste scosse?
E non riesco nemmeno ad immaginare il Giappone di poco tempo fa con lo tsunami e il terrore del nucleare.
Me lo chiedo di continuo.
E non riesco nemmeno ad immaginare il Giappone di poco tempo fa con lo tsunami e il terrore del nucleare.
Me lo chiedo di continuo.
Per il momento quello che mi aiuta a non pensare è rendere il mio quotidiano leggero.
Leggero come una farfalla.
Quelle della Casa delle Farfalle di Milano Marittima che, in occasione del soggiorno presso l'Hotel Valverde di Ricci Hotel, mi hanno affascinato volando libere e leggere, senza paura, nella loro grande e umidissima casa. Le loro ali così grandi e colorate, la teca dove rimangono in attesa per il loro primo volo, perchè hanno bisogno di tempo per far asciugare le ali stropicciate e umide.
Nella loro casa siamo stati i benvenuti, con attenzione le abbiamo osservate da vicino mentre mangiavano cibi zuccherini, per così vivere più a lungo, o mentre volavano basse e sicure. Esiste anche un percorso pensato per i bambini che vogliono osservare alcuni insetti e sono previsti laboratori per studiare il loro mondo attraverso un microscopio accompagnati da una educatrice preparata a spiegare, con il giusto linguaggio, tutti i segreti di questi minuscoli animali.
Domani sarò presso l'azienda Ecor per festeggiare il suo 25° anno, felice per questo appuntamento, felice di essere leggera come una farfalla, temporaneamente lontana da questi tremolii.
Nel frattempo, chi vuole, può contribuire sostenendo direttamente (Comune di S. Felice e quello di Mirandola).
Buon weekend a tutti, ve lo auguro pieno di gratitudine.
Buon weekend a tutti, ve lo auguro pieno di gratitudine.
Alla fine attaccarsi al quotidiano è istintivo... dai, coraggio, ci stiamo già abituando da anni alla precarietà, la terra sta seguendo il nostro schema mentale. Dobbiamo essere stabili e leggeri, e i terremoti ci faranno meno paura.
RispondiEliminaCoraggio, che tutto passa(facile a dirsi, ma difficile a farsi)! Un abbraccio a tutti i tuoi cuccioli
RispondiEliminaCredo che reagirei come te, anche se naturalmente se non la si vive, una situazione, non si puó dire... La leggerezza di voi genitori é sicuramente di grande aiuto per i bimbi. Vi auguro ancora tanta forza e coraggio!!
RispondiEliminaP.S. - Hai letto il post di Elly? http://bimbifeliciacasa.blogspot.it/2012/06/cuore-romagnolo-piu-forte-del-terremoto.html
Un abbraccio a tutti voi.Io sono di Napoli ed ho vissuto sia il terremoto dell'Irpinia sia il bradisismo... per anni le nostre case hanno ballato.... Stringete i denti ed andate avanti, la forza di fare tutto ciò ce l'avete dentro. Il dolore di vedere il nostro quotidiano distrutto è terribile, ma bisogna andare avanti. Purtroppo per i bambini, almeno per i più grandicelli questa sarà una brutta ferita e, lo dico per esperienza, le cicatrici non si cancelleranno (ma almeno resta dentro la consapevolezza di essere in grado di affrontare di tutto dalla vita). Noi abbiamo dormito per mesi negli autobus pubblici guardando da lontano le nostre case col terrore di vederle crollare da un momento all'altro,ora sono passati gia 32 anni. Un abbraccio forte, nel mio piccolo vi sono vicina
RispondiEliminaSei fantastica, lo siete tutti... Leggerti mi incoraggia a tirar fuori un po della mia leggerezza, perciò grazie. E per affrontare la inevitabile paura ci vuole tanto coraggio e quello non ti manca! Un abbraccio di cuore
RispondiEliminaSecondo non ci si abitua al terremoto, ci si convive. Ti abbraccio.
RispondiEliminaUn abbraccio a te che nonostante tutto riesci ad essere positiva e sempre un ottimo esempio. Buon week end a voi sperando che possa essere più sereno dei giorni passati.
RispondiEliminaSilvia
bella intuizione il fare festa, attivando energie e pensieri capaci di uonare un'altra musica e contrastare angoscia e la paura.
RispondiEliminaun abbraccio
Ciao.. volevo segnalare un'iniziativa dell'EtsyItaliaTeam in favore dei comuni terremotati.
RispondiEliminaSe volete acquistare un oggetto handmade il cui ricavato andrà in favore della Regione Emilia Romagna, visitate questo shop:
http:\\www.etsy.com\shop\EtsyItaliaTeam
Grazie!!
Io mando un grandissimo abbraccio a tutti voi e a tutte le persone che hanno vissuto questa bruttissima esperienza!
RispondiEliminaOh cara Ester, sono felice che tu... voi... vi siate regalati una "giornata di festa" per evadere da questa paura che vi accompagna ormai da giorni...
RispondiEliminaSei forte... siete forti...
Vi penso con affetto.... Buon fine settimana... spero senza tremolii....!!!
Forza Ester, ti abbraccio !
RispondiEliminavi abbraccio forte!
RispondiEliminaUn abbraccio forte e... grazie per questa colorata leggerezza!
RispondiEliminati abbraccio cara! Pensa che questo ci ha dato anche modo di conoscerci ... ;D
RispondiEliminaAncora una farfalla
RispondiEliminaSucchia il fiore fino in fondo,
nascendo come un frutto nuovo.
Nel respiro di un sogno corrugato
ora s’ingrossa, ora cala.
Tremola sulle sue ali,
nastri frementi di velluto,
non solo armonia di riflessi,
ma ombra di sgorbio dimenticato,
due volte mutata di aspetto
nell’oblio si è fatta più bella,
irrompendo nell’evidenza solare
da un soffocante corpo altrui.
Alexandra Petrova
Vivo in zona sismica da sempre, per mia esperienza diretta mi associo a quanto detto da kriego: non ci si abitua al terremoto, ma ci si abitua a conviverci.
RispondiEliminaE non è la stessa cosa.
Però del periodo in cui eravamo sfollati ricordo non solo la paura, ma anche il senso di condivisione con le altre persone nella stessa situazione, bellissimo, ed in realtà è queto che occupa gran parte del posto nella mia memoria.
Coraggio
Purtroppo non ci si abitua al terremoto. Piuttosto, il contrario: il nostro fisico rimane sempre in allerta, ad ogni minima scossa, anche alle più piccole che non avresti mai sentito "prima". Io, per dire, fino al 1997 non l'avevo mai sentito e da allora sento anche le scosse più piccole o quelle più lontane (quella del 20 maggio mi ha svegliata anche se così lontana).
RispondiEliminaPerò è un evento naturale e dovremmo imparare in qualche modo(cosa impossibile) a conviverci. E andare avanti. Un abbraccio forte, Gloria