21.3.11

Cosa si e cosa no.

Premesso il fatto che la scelta della scuola steineriana finora posso definirla ottima, mi interrogo, rifletto su quelli che sono i feedback che mi arrivano direttamente o meno riguardo a questo tipo di scuola.
Mi rendo conto che, più di scuola, si dovrebbe parlare di pedagogia, nel senso che per scuola si intende tutto, corpo insegnanti, ambiente, uso e costumi di quella tale comunità e pedagogia stessa, mentre per semplice pedagogia si intende l'approccio che si segue. Questo è importante, perchè parlando di scuola si affronta il tema umano, quindi molto diverso e con infinite sfumature, dalle più grige alle più rosee, soggette alle esperienze personali in tale o altro luogo; inoltre la scuola vive in un contesto, è fatto di persone, insegnanti/genitori, bambini, comunità intorno. E' come quando si generalizza sulla scuola pubblica, non tutte possono essere uguali.
Io penso che
- la pedagogia steineriana, per quanto non la conosca a fondo, la apprezzo e la condivido.
- la scuola, nello specifico quella di Bologna, fin'ora mi sembra una buona scuola.

Prima che i miei figli iniziassero questa nuova avventura non è che stessero male (beh, eccetto Daphne  il primo anno di materna, tanto che l'ho spostata poi da un'altra parte), ma ripensandoci adesso, 
cosa stonava dentro di me?
-le mani fredde dei miei figli quando la prendevo alle 16.00 e trovavo il maglioncino nell'armadietto (ma voi quando avete le mani fredde non state male? non le vorreste avere calde?coprirvi?)
- il rumore assordante nella sala comune dove si radunavano all'arrivo e dopo il pranzo i bambini. 4 classi tutte lì, con bimbi piccoli, medi e grandi, chi piange, chi salta, chi urla, chi spinge, chi corre, chi in silenzio in un angolo.
- il cibo nei piatti di plastica, con posate di plastica, tovaglioli di carta.
- nessun saluto dagli altri genitori. Tutti di corsa senza guardarsi quasi negli occhi, quasi con la paura di far conoscenza, mischiarsi.
- i pochi momenti per poter parlare del bambino, per risolvere eventuali dubbi educativi. 

Nel mio immaginario cercavo momenti programmati in cui viene spiegato a noi genitori cosa succede ai nostri figli a quell'età, per quale motivo... e questo l'ho trovato adesso. 

Quello che mi manca ora, invece, se proprio voglio trovare qualcosa:
- il quasi totale demandare, nel momento in cui i bimbi varcavano quella soglia, perchè partecipare attivamente in prima persona costa fatica.
- il senso di non appartenenza che per un certo verso mi rendeva autonoma, senza legami.
- l'orario full time fino alle 16.00
Se mi fermo a riflettere mi rendo conto che quello che non mi piaceva principalmente riguarda l'interesse dei miei figli.
Mentre quello che mi manca tocca la mia sfera personale, più egoistica.
Non è una critica agli insegnanti, peraltro secondo il mio parere bravi, ma una constatazione di un approccio totalmente diverso su cui è basata la scuola attuale.


Però credo che, a parte la pedagogia, diversa certamente, qualcosa di quello che mi capita di vivere nella scuola steineriana oggi potrebbe essere riportato anche nelle altre scuole e forse in rari casi già avviene.
Se per ogni gratificazione si da una caramella e poi ci si interroga se è veramente questo ciò che vogliamo per i nostri figli e poi ragioniamo e proponiamo una mela, magari offrendosi di portarla da casa, si inizia a fare un cammino in questa direzione. Quindi SI PUÒ FARE. Grazie mamma F. sempre battagliera.
Pensandoci adesso, mi piacerebbe che mi fosse stato insegnato prima che i bambini hanno bisogno di dormire, tanto, ogni notte, per essere ancor più bambini felici.
Quando sono in classe i miei figli indossano pantofole di lana per non sentire freddo. Però qui il discorso si fa più lungo, si parla della cura del calore. Ma voi avete mai provato ad addormentarvi in un letto freddo?

24 commenti:

  1. che bello poter scegliere... per quello che ne so io qui (bergamo) le scuole si somigliano tutte, al limite si può scegliere tra quelle che fanno la festa di natale (cattoliche) e quelle che non la fanno (pubbliche)... o almeno qui sembra questo il fattore più importante per la scelta!!!
    Hai ragione, il calore è importante! :))
    giuppy

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  2. Grazie come sempre dei tuoi illuminanti post: come già ti scrissi in precedenza, sei una delle poche a cui credo fermamente quando dichiara la bontà della pedagogia steineriana. Questo post, in particolare, mi ha fatto riflettere molto su un aspetto egoistico del tempo lontano dai figli (anche se il mio di figlio, uscendo alle 12, di tempo a scuola ne passa meno di 3 ore).
    PS. il nostro post sulla mela era di mamma C., anche lei sempre in prima linea per questi argomenti.
    buona primavera Ester!

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  3. cara Ester, quanto è importante la parola CALORE...
    la mia mamma diceva che per far dormire bene un bambino bisogna avvolgerlo con una coperta, fin sotto i piedi e coprirgli anche le orecchie. E così dormirà beato e protetto. E aveva ragione.
    E poi per non sentire freddo non bisognerebbe mai avere i piedi freddi, o le mani...
    E non a caso abbracciare una persona morbida e calda ti infonde calore fin dentro al cuore.
    Poveri i nostri piccoli trascurati dall'indifferenza di insegnanti che hanno perso il piacere per il proprio lavoro e che considerano i bimbi 'lavoro'. Peccato. Ma ce ne vorrà di tempo e di strada prima di trovare una soluzione.
    Un abbraccio a te cara Ester, chissà quando potremo un giorno incontrarci e conoscerci e parlarci davanti ad una bella tazza di thè caldo.
    Anna

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  4. #e va bene così.
    certo, con poca scelta è difficile, ma perchè non provare ad effettuare un cambiamento proprio dove si è?
    un abbraccio
    #ops! ultimamente ne faccio di gaff... il bello è che non me ne rendo conto... sarà la vecchiaia, la stanchezza? comunque il post era bellissimo e il vostro spirito simile, seppur diverso. la cosa importante è una traccia diversa nelle scuole.
    comunque penso che 3 ore per un bambino che va alla materna siano ok, anzi! è fortunato ad avere una mamma come te che va subito subito a riprenderlo!
    con questo non voglio biasimare chi lo fa spesso per necessità, lavorative e magari con il cuore pesante:(
    #anna
    ii tuoi commenti sempre così preziosi, grazie. hai ragione quando dici di dormire ben rincalzato sotto le coperte e le orecchie al riparo! come si sta bene quando si è al caldo!
    spero anche io di incontrarci presto, spesso mi rendo conto che la mia vita, per come è fatta mi taglia fuori alcuni momenti importanti come potrebbe essere quello di incontrarti, ma prometto a me stessa di cambiare questo aspetto e trovare il modo di farci entrare tutto!!! qui si parla di tempo e organizzazione! quindi ce la posso fare!!!

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  5. Io sorrido leggendo questi post perchè mi rendo conto che il mondo dorato in cui ho sempre vissuto fin da bambina è davvero un privilegio della mia provincia.
    Qua da noi è normale che nella scuola pubblica (oltre che in quella privata come quella di mia figlia) i colloqui siano programmati oltre che su richiesta, che i piatti siano di ceramica e le posate di metallo, che i genitori siano coinvolti nella gestione, organizzazione, scelte educative della scuola.
    Ci sono i momenti comuni nel salone ma in spazi abbastanza grandi e arredati in modo da limitare i disagi di tutti.
    E i genitori fanno "rete", fanno gruppo, si sostengono.
    E non solo qui all'Ameno Paesello ma anche in città dove vivevo io e dove vanno a scuola le mie nipoti.
    E mi chiedo perchè se ce la facciamo noi non debbano farcela anche le altre provincie.
    Insomma, Bologna e Reggio Emilia non sono poi così lontane!

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  6. #mamma che testa
    che bello sentire la tua testimonianza!perchè non parli della tua esperienza un pò più nel concreto così essere da spunto ed esempio anche per altre realtà?

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  7. e' l'una e venti, devo ancora mangiare, devo ancora lavorare (lavoro dalle 9 ininterrottamente ma non basta), devo ancora vestirmi, devo lavarmi i denti e tra 40 minuti devo uscire a prendere i bambini. come ti capisco!!!!
    altro che vivere semplice....
    sabrina

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  8. scusa Ester, la scuola asilo che frequentava prima Dafne, dove aveva le manine fredde era sempre privata o pubblica? importante specificare, perchè se era pubblica il problema è uno se era privata un altro.

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  9. Io devo essere onesta, sono di Milano, eppure nella classe di Mattia ho trovato tanto di quel calore e di quell'affetto che non pensavo in una città così grande! Non c'è freddezza, ma collaborazione tra genitori, rapporti che si sono costruiti con amore e affetto, maestre che mi decidano sempre tempo quando c'è da parlare del mio bambino, mani calde che si stringono, sorrisi e giochi. Quanto al casino del salone, bè, quello sì, ma sempre con maestre attente ai loro piccoli per farli sentire bene... Un bacio, valewanda

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  10. Inoltre a Reggio Emilia esiste un asilo meraviglioso, all'avanguardia, "pubblico"(di questi tempi avrà resistito?)che per la sua pedagogia, oltre che per gli ambienti etc etc, è stato preso e studiato come scuola "esemplare" in vai paesi esteri. Lo dico perchè mi sembra giusto ricordare che il pubblico è stato e sarebbe un grande valore,se l'individuo che ci lavora è di valore, e che l'affossamento del pubblico, che mira a discriminare e sottomettere i più deboli economicamente, è voluto da chi desidera essere ricco tra i poveri. Io sostengo la scuola steineriana, ma ci sono realtà pubbliche fantastiche...vedi appunto Reggio Emilia. E' caduto nel dimenticatoio un libro di don Milani che ha segnato molte persone negli anni '70 e che andrebbe riletto, poichè anche lui, come Makiguchi, Montessori etc, era un grande pedagogo innamorato della vita, il libro è "Lettera a una professoressa".

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  11. La filosofia della vostra scuola mi è sempre molto piaciuta, è un pò la favola che si vorrebbe per i propri figli, sarebbe anche bello che il mondo poi rifletta quell'ambiente. Se penso a mia figlia che per ora ha solo 14 mesi non saprei però dire se a lungo andare questo tipo di scuola faccia il suo bene. Certo è una scuola a misura di bambino, ma che forse lo tiene un pò in un mondo falsato (gli insegnanti e i genitori sanno che devono avere quell'atteggiamento a misura di bambino sempre e comunque). Dalle mie parti gli asili e le scuole pubbliche hanno dei bei riscontri, fanno laboratori e il corpo insegnante dalle voci che sento sembra buono. Se trovi il giusto mix tra corpo insegnanti e gruppo di genitori penso che le cose vadano bene. Trovo che se si ha vicino una scuola che permette di avere dei laboratori interessanti, con degli insegnanti appassionati e attenti al benessere del bambino, forse il metodo di insegnamento classico lo trovo più giusto per farla inserire meglio nel mondo vero, che purtroppo è fatto di giudizi, di prove, di fallimenti. Penso che la scuola italiana prepari pian piano il bambino ad entrare nella vita futura lavorativa. Non conosco se la tua intenzione è di far frequentare fino alla fine delle medie, però mi chiedo poi come sarà il passaggio al metodo classico di insegnamento nel momento dell'adolescenza.

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  12. anche io ho scelto la suola steineriana per la mia bimba. ci piace molto , lei è entusiasta, per molti aspetti mi ricorda l'asilo quando l'ho fatto io: esperienze semplici e poche menate (regole "igieniche" come piatti di plastica e cibi solo confezionati).
    non so se dopo l'asilo potremo proseguire anche con il ciclo successivo intanto ci godiamo questi tre anni sapendo di averle dato la possibilità di godersi l'infanzia.
    Per ragnetto: a cosa serve preparare un bimbo piccolo per il mondo del lavoro ? quale lavoro ? io ricordo che in terza media ci avevano dato un libro che illustrava diverse scuole superiori, molti di quei mestieri non esistono più se avessi fatto la scuola professionale per vetrinista o per grafica sarei disoccupata. Per quanto riguarda l'adattarsi alla vita "reale" credo sia un falso problema se domani decidessi di trasferimi in norvegia i miei figli si adatterebbero probabilmente ancor prima di me.

    Manu

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  13. Sì credo che vada bene fin tanto si rimane in tenera età, anzi direi ottimale, ma io penso al percorso delle elementari e soprattutto delle medie, la sensazione che ho è che finito l'intero ciclo sia veramente difficile riuscire ad inserirsi improvvisamente in un modo di imparare e di approcciarsi totalmente diverso in un'età che definire poi critica è un eufenismo. Ho letto sul sito della scuola che non ci sono voti...come se non ci fossero giudizi o interrogazioni... mi sembra molto fuori dalla vita reale, molto bello a parole, molto bello da vivere sul momento, all'interno del meccanismo....ma poi mi sembra più uno shock l'incontro con la realtà del mondo. Poi ognuno la vede a modo suo, di sicuro ci si abitua per forza a quel che sarà dopo ma bisogna vedere con che difficoltà. Una scuola superiore con i professori che cambiano ad ogni ora, che insegnano da subito col metodo classico, i compiti, le pagelle, le interrogazioni, i voti...un bel trauma che con la scuola classica eviterebbe, avrebbe già fatto il callo con le difficoltà legate a un cattivo voto, a un'interrogazione andata male....

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  14. io alla scuola steineriana qui ci ho messo piede due giorni fa per una conferenza sull'importanza della fiaba. mi sono innamorata della villa, delle stanze, del programma pomeridiano appeso che prevede tra le varie attività il giardinaggio e il forno.
    però confesso che il dubbio di ragnetto mi è venuto. mi sono chiesta: ma se sposto mio figlio qui e ce lo mando anche a scuola, poi quando dovrà andare alle superiori non sarà come catapularlo da un mondo di fiaba ad un cruento videogame?
    non so. ci devo ancora pensare. anche perché la mia realtà somiglia moltissimo a quella di mamma che testa. e non mi posso di certo lamentare.
    e la scuola steineriana, oltre a comportare dei disagi per me a livello di gestione del quotidiano, mi comporterebbe oltre alla retta un esborso notevole in benzina. e non sono certa di potermelo permettere.
    e poi un po' sono per la via di mezzo. che un po' di pedagogia steineriana gliela posso passare anche da me. posso lasciarlo nella scuola dov'è e continuare a farlo cucinare con me, staccare il decoder del digitale terrestre e dirgli che la tv che peccato non va e far qualcos'altro insieme.
    ci voglio ancora pensare.
    grazie per lo spunto di riflessione

    :-)

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  15. il punto cara Ragnetto riguarda quali sogni ha ognuno di noi. Per esempio io sogno, e lotto per realizzare questo sogno-obiettivo,una società in cui al posto di giudizi (sempre soggettivi e limitati)e voti (sempre soggettivi e limitanti) ci sia la capacità, o quanto meno lo sforzo, di capire, di lodare di incoraggiare affinchè chi viene lodato e incoraggiato faccia di tutto per dare il meglio di sè. Qualcun altro ha sogni diversi, altri non sognano, ma credo che sia evidente che la società in cui viviamo oggi sia malata, depressa,e mortificante...selettiva (chi seleziona non è mai un genio)e priva di gioia. Io credo che i bambini abbiano diritto di gioire e sognare, di non vedere i propri sogni sparire tra i ricordi e di sviluppare considerazione per se stessi, e dunque per gli altri. Ognuno ha la sua capacità di apprendere, le sue modalità...e anche il diritto di non voler apprendere...dipende da chi insegna, e la scuola non deve a mio avviso preparare al mondo del lavoro ma alla vita. La realtà della vita, del mondo la creiamo noi. Chi più delle madri ha il potere di cambiare la società, il mondo?

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  16. io il dubbio di RAGNETTO me lo sono posto e tuttora lo faccio, mi spaventa un pò, ma voglio precisare che la scuola stein.non è un mondo a parte, forse aiuta a trovare un pò di respiro, ma i bambini sono bambini uguali a tutti gli altri e le persone vivono nel mondo reale con tutti i pregi e difetti, quindi quando si pensa di preservare i bambini dal "male" o d"da fuori" mettendoli nella scuola steiner, si cade nell'illusione. si parla di programma pedagogico, ma il risultato alla fine è lo stesso, impareranno a leggere e scrivere ecc. solo passando attraverso un altro percorso. Io credo che una attenzione e "libertà" renda un essere umano che si sta formando più forte e non il contrario, cioè penso che un bambino, e fino a 13 anni sono bambini - nonostante la nostra società li spinga a crescere sempre prima- possa acquisire forza da esperienze positive e non il contrario. Un altro discorso è quello che si vede fuori al mondo d'oggi. precocizzare in tutto e per tutto i tempi di questa giovinezza, non vuol dire che sia giusto. se io cresco fragile, ammutolita, non significa saper affrontare meglio la vita/lavoro, anzi sono proprio le mie ferite a non darmi gli strumenti idonei per farlo. Mia figlia aveva le mani fredde in una scuola paritaria, ma non è che ha imparato a non soffrire il freddo. Capisco comunque RAGNETTO quando espone i suoi dubbi, sono gli stessi miei, ma ho fiducia in quello che vedo ogni giorno.
    Inoltre ho imparato ad ascoltarmi molto come madre, a tenere le antenne ben dritte e pensare con la mia testa, cosa che a volte mi è difficile fare.Nel senso che se entrate in una scuola, anche steineriana, e qualcosa non vi torna, non vi risuona dentro, ascoltatevi e statene alla larga. Lo stesso vale per qualsiasi luogo in cui vorreste lasciare i vostri figli.
    Sono certa che ci sono tante altre realtà di scuola pubblica o privata che sono paradisi preziosi, e quando leggo di queste esperienze mi si allarga il cuore di speranza, mettiamo semi in questa direzione, evidenziamo questi esempi, così da poter ispirare anche realtà, chissà,magari qualche genitore non aspetta altro!

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  17. forse te l'avevo già scritto. che il primo asilo nido che ho visitato per mio figlio era a mezzo metro dal mio ufficio e d'impostazione steineriana.
    e la direttrice si è comportata con me al colloquio talmente male da farmi fuggire a gambe levate, nonostante i giochi di legno, il bel giardino, la mensa biologica e la comodità.
    direi che col tuo commento hai centrato il punto. e che, in fondo, la grande verità è che non si può mai generalizzare.

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  18. Mio nipote ha frequentato la scuola steineriana, prima il giardino d'infanzia e poi due anni di elementari durante i quali non ha imparato a scrivere né a leggere... ma oltre a questo non dimostrava interesse e passione per tutte le attività proposte. Adesso frequenta una normale scuola primaria ed è sereno e molto contento, anche se ovviamente ha dovuto inserirsi nuovamente in un ambiente diverso. Io penso che se i tuoi figli sono contenti e dimostrano passione per quello che la scuola offre loro, allora hai fatto la scelta giusta...

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  19. Ciao a tutte, da mamma di un bimbo al giardino d’ infanzia steineriano e di una, ahime, al nido, credo che con tutta la buona volontà di genitori ed insegnanti la differenza sarà sempre abissale. La scuola steineriana si distingue anche per il suo collegio docenti: gli insegnanti si incontrano una volta a settimana ed analizzano ogni bambino sotto ogni aspetto (come si muove, come parla, come disegna, come mangia, come va di corpo, etc). Il medico scolastico per diverse volte all’ anno frequenta le aule per studiare ogni bambino e partecipare anch’ egli ai collegi. Nella migliore scuola pubblica viene analizzato solo il bambino problematico, nel senso che da problemi all’ insegnante. Ciò non significa che le maestre non conoscano i propri bimbi o che non siano affettuose con loro, però passatemi che una certa differenza c’è. E’ questa attenzione al bambino a convincermi ogni giorno di più di questa scelta, difficile ed onerosa, ed a convincermi di stare dando a mio figlio, e a mia figlia poi, tutte le opportunità per crescere libero e sicuro di sé per poter affrontare un Liceo pubblico e poi la vita. Interessantissimo scambio, Gaia

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  20. mi allaccio a quello che Ester scrive sul demandare e sul tempo pieno della scuola pubblica che è vista da molti genitori come un posteggio per i figli senza pensare che la partecipazione anche li è fondamentale perchè la scuola funzioni
    sempre più si tende a smantellare la pubblica invece si dovrebbe sostenerla partendo dai genitori: come rappresentante ho vissuto la totale indifferenza di questi genitori e questo fa male ai nostri figli
    spesso non è la scuola la colpevole di tutti i mali ma la famiglia assente e la scuola tenta con i pochi mezzi ed energie di porre rimedio ma così è spesso destinata a fallire se la famiglia non sostiene la crescita dei figli stessi creando un'ambiente fatto di persone demotivate scontente frustrate che hanno come esempio un mondo di adulti distratti
    la nostra esperienza è positiva ma fondamentale è stata la partecipazione di tutti
    ciao
    Cris

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  22. Ci son tante curiosità che comunque ho verso questa scuola che ho conosciuto in questo blog. Ogni bambino impara coi suoi ritmi che in un mondo ideale è bellissimo, però comunque degli obiettivi per la 5° elementare e la 3° media devono essere raggiunti per forza per potersi poi inserire nella scuola italiana. Quindi un certo ritmo di apprendimento lo si deve volere, giusto? E si suppone che tutti alla fine arrivino alla conoscenza necessaria per potersi inserire nelle scuole, e se non arrivano col loro ritmo rimangono più anni nella scuola?
    Comunque penso che manderò alla scuola standard italiana che non vedo come il demonio, anzi rispetto a molti altri paesi europei offre ai nostri figli una cultura e preparazione importanti, almeno parlo della Lombardia. Poi la fortuna fa incontrare insegnanti più o meno bravi e dove un insegnante fallirà spero di trasferire io insieme a mio marito la passione per la conoscenza. Ecco credo che la famiglia sia importantissima. Non tutto deve essere demandato alla scuola, non si può chiedere alla scuola di forgiare in ogni ambito i nostri figli. Ci son bambini che han la fortuna di avere genitori intelligenti sotto questo punto di vista. Credo che il nostro ruole sarà importantissimo per Alice, la nostra educazione influirà spero molto su di lei, o almeno più di quella che potrà fare un insegnante non eccelso che incontrerà sulla sua strada. Questo blog mi dà degli spunti su cui riflettere, credo forse che la sucola steineriana sia da far frequentare più ai genitori che ai bambini. Credo che in casa si possa insegnare l'amore dello studio, la capacità di stare con sè stessi, i giochi "del passato", la grandezza delle piccole cose e dei piccoli gesti. Costa certo più fatica che demandare tutto alla scuola e tornare a casa e accendere la tv e chiedere di non essere disturbato troppo da altri giochi che ci vorrebbero coinvolti. In fondo io non la vedo come fatica, io provo piacere a trovarmi con lei a giocare e a insegnarle le prime parole e le prime regole del rispetto piuttosto che stare alla tv, fuori a cena o a fare quello che facevo prima di diventare mamma. Cerco spunti su cui riflettere in giro per il mondo, altri stili di vita, altri modi di imparare e cerco di farne una sintesi personale per assorbire quello che vorei far passare a mia figlia attraverso la famiglia.

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  23. Comunque grazie Ester per lo stimolo e il confronto ti saluto con un W la scuola pubblica, pur apprezzando la tua scelta mi sento di dire che la scuola pubblica, come la sanità, è un VALORE, se non ci fosse stata la scuola e l'università (ottima quando l'ho frequentata io)pubbliche , molte persone, tra cui me stessa, sarebbero andate a imparare un mestiere, il che non è vergognoso, tutt'altro, il problema è che non avremmo potuto accedere facilmente alla cultura in senso lato. Vorrei ricordare anche che dalla scuola pubblica sono usciti poeti, scrittori, economisti, scienziati di altissimo livello. E' vero, c'era freddo, e tutt'ora c'è...stranamente invece quando si entra nei locali della Provincia, che controlla i riscaldamenti nelle scuole, si muore soffocati dal caldo...

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  24. che bello potersi confrontare e potersi esprimere liberamente nel rispetto reciproco !!! mi sono letta i commenti con ugual interesse che i tuo post, mia Ester, e sono convinta che la possibilità di accedere alla cultura e il poter scegliere indipendentemente dalla proprie possibilità economiche, sia fra i valori più alti per un paese. Il mio W va a tutti gli insegnanti italiani che fanno il loro lavoro con la stessa passione che io ho trovato nei miei quando ero più piccola e che mi ha lasciato così tanti tesori, così come a tanti di noi, vero ? Hai ragione, che ognuno faccia le scelte che si sente risuonare dentro

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Benvenuto e grazie per esserti fermato e commentare!
Solo parole educate e civili...si, parlo proprio con te che vuoi disturbare e di solito non ti firmi.